Marchi
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L'azienda Agricola Agnanum, di Raffaele Moccia, si trova nei pressi di Napoli, all'interno del Parco Naturale degli Astroni. I vigneti sorgono su scoscese colline di origine vulcanica che fanno parte dei Campi Flegrei. Il terreno vulcanico e dalla tessitura estremamente fine, difficile da lavorare e che necessita di moltissimo lavoro esclusivamente manuale per la cura delle viti e degli irti terrazzamenti. In queste difficili condizioni le rese sono bassissime, le vendemmie tardive e la vinificazione è volta a esaltare le caratteristiche dei vitigni tradizionali (falanghina e piedirosso a piede franco) e del terreno. Ne risultano vini unici caratterizzati da grande personalità ed espressione del territorio con un ottima bevibilità.
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Il Récoltant Manipulant Pascal Agrapart è un nome ben noto tra gli appassionati di Champagne, un produttore che con il suo stile raffinato e puro ha incantato degustatori da tutto il mondo. La tenuta, fondata nel lontano 1894 da Arthur Agrapart, si trova ad Avize, nel cuore della Côte des Blancs, ed è attualmente gestita dalla quarta generazione viticola della famiglia, rappresentata da Pascal, alla guida dal 1982.
La tenuta Agrapart consta di 10 ettari vitati sparsi quasi esclusivamente tra i villaggi Grand Cru di Avize, Cramant, Oger e Oiry, dove si ritrovano ceppi anche molto vecchi. Fulcro varietale della cantina è ovviamente lo Chardonnay, vitigno principe della Côte des Blancs, affiancato dalle popolari varietà champenoise Pinot Noir e Pinot Meunier, nonché da Arbane, Petit Meslier e Pinot Blanc, uve poco diffuse oggi nella regione ma ammesse dal disciplinare di produzione dello Champagne. L’impiego di compost prodotto con ingredienti naturali locali è alla base della salute biologica del suolo, che a sua volta determina il benessere delle piante, coltivate senza alcun impiego di pesticidi, erbicidi e altre sostanze chimiche di sintesi.
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Innovativo e indipendente, è il risultato dell'evoluzione di una famosa famiglia di grandi vini.
Riconosciuto, distinto ed elogiato per l'autenticità del suo temperamento, Alión oggi simboleggia uno spirito universale e lungimirante.
Vino prodotto utilizzando la varietà Tinto Fino. Le uve vengono raccolte manualmente in cassette da 12 kg e vengono immediatamente portate in cantina ai tavoli di cernita. La fermentazione avviene in vasche di legno a temperatura controllata fino all'ottenimento di una buona struttura polifenolica che fornirà il colore generoso e la struttura decisa che costituiscono parte della personalità di questo vino; ed infine l'invecchiamento compreso tra 12 e 14 mesi, a seconda delle caratteristiche dell'annata, viene eseguito integralmente in botti bordolesi nuove di rovere francese.
Queste botti, provenienti dalle principali aziende bordolesi, rappresentano un investimento significativo in rovere poiché, vendemmia dopo vendemmia, tutto il vino prodotto ad Alión verrà invecchiato in botti nuove che, dopo il travaso per essere imbottigliato, non verranno utilizzate ancora una volta in cantina.
Una volta tolto dalle botti, il vino rimarrà per ben 15 mesi nell'immobilità della bottiglia, dove finirà per assemblare tutti gli aromi primari del frutto con le sfumature derivanti dal suo delicato invecchiamento, risultando in un vino intenso, Vino complesso e carnoso, ma dove l'eleganza è un tratto distintivo e segno distintivo dell'azienda.
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La Famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell' Arte Fiorentina dei Vinattieri. In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio.
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Tenuta Tignanello si trova nel cuore del Chianti Classico, sulle morbide colline racchiuse tra le valli della Greve e della Pesa e si estende per 319 ettari di terreni, con circa 130 ettari vitati.
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François Jobard con l’aiuto del figlio Antoine lavora 6 ettari di vigneti per lo più situati nei migliori territori di Meursault. I rendimenti sono estremamente bassi allo scopo di conferire ai vini una struttura armoniosa, la maturazione dei vini è lunga e varia da 20 a 24 mesi in botti già usate (fino a 10 anni), anche per le cuvée più prestigiose. Qui si possono apprezzare dei Meursault classici ricchi di energia e personalità, vini non facili da comprende ma che sanno evolvere e durare a lungo nel tempo.
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Le premiate Cantine Antonio Caggiano sono il punto di riferimento per conoscere ed apprezzare i grandi vini irpini: il Taurasi DOCG, il Fiano di Avellino DOCG e il Greco di Tufo DOCG.
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Antonio Argiolas alla fine degli anni trenta ha fondato la Cantina. Per decenni l’ha fatta crescere, e ha continuato a essere presente anche quando ha passato il testimone ai figli. Oggi lavorano qui i suoi nipoti, la terza generazione della famiglia.
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Il Domaine Arnaud Ente è oggi una delle proprietà vinicole più interessanti di tutta l’area che circonda Mersault, probabilmente l'astro nascente più luminoso di tutta la Borgogna in questi ultimi anni. La famiglia di Arnaud è originaria del nord della Francia. Il padre di Arnaud ha sposato la figlia del vigneron Puligny Camille David, e Arnaud è nato da questa unione nel 1966.
Arnaud ha sposato Marie-Odile Thévenot nel 1991, e l'anno successivo ha iniziato a lavorare a Meursault, partendo dalla coltivazione di vigneti affittati dal suocero, Phillipe Thévenot. L'obiettivo del Domaine è molto semplice e chiaro: fare il miglior lavoro possibile partendo dai vigneti che si hanno a disposizione. -
La Maison Aubry ha sede in quell’angolo a nord della Montagne de Reims, nel piccolo borgo di Jouy-Les-Reims classificato come Premier Cru nella zona dello Champagne. Dal 1986 la cantina Aubry è gestita dai fratelli Pierre e Philippe Aubry, discendenti da una famiglia dedita alla viticoltura fin dal 1790. Enologo diplomato alla 'Ecole Nationale Superieure d'Agronomie' il primo, biologo il secondo, i due fratelli hanno saputo valorizzare il know how della famiglia proponendo una serie di cuveé dal carattere unico: un mix vincente di amore per la tradizione e approccio innovativo all'enologia.
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Auxey-Duresses è una denominazione Village dei vigneti della Côte de Beaune in Côte d'Or. I vigneti di questa denominazione della Borgogna istituiti nel 1937 si trovano esclusivamente nel comune di Auxey-Duresses.
Con una superficie totale di più di 140 ettari, la denominazione comprende 91,54 ettari (di cui 27,11 sono Premier Cru) dedicati ai vini rossi e 49,36 ettari (di cui 3,47 sono Premier Cru) dedicati ai vini bianchi.
Antica dipendenza dell'abbazia di Cluny, il villaggio di Auxey-Duresses è un luogo dove le viti sono state piantate fin dall'epoca celtica e gallo-romana.
Se la maggior parte dei vini di Auxey-Duresses sono prodotti sotto la denominazione Village, 9 climats sono classificati come Premier Cru.
Esposte a est e sud-est, le viti sono piantate su terreni sassosi e argillo-calcarei, con una grande presenza di marna.
I vini di Auxey-Duresses affascinano per il loro equilibrio e la loro ricchezza aromatica.
Con il loro colore brillante, i vini rossi di Auxey-Duresses fondono armoniosamente aromi fruttati (ribes nero, mora, mirtillo) con deliziose note floreali (peonia). Se i tannini sembrano stretti in gioventù, la consistenza vellutata predomina negli anni di invecchiamento, unita a note animali, di cuoio e di spezie.
Raffinati, vivaci e golosi, i vini bianchi di Auxey-Duresses combinano note di biscotto e di pietra focaia con una struttura armoniosa. Nel corso degli anni, questi vini bianchi di Borgogna guadagnano in rotondità e generosità.
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Dall’amicizia che lega i proprietari di Avignonesi a Montepulciano e Capannelle in Chianti, arriva il nostro ricercato vino 50&50. La prima annata del 50&50 fu il 1988: durante una cena gioviale gli ex proprietari delle due cantine iniziarono a confrontare i loro vini e ottennero questa eccezionale miscela di 50% di Sangiovese di Capannelle e 50% di Merlot di Avignonesi. La leggenda in una bottiglia.
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Azienda agricola biologica Raffaele Palma
L’Azienda è situata nelle incantevoli terre della Costiera Amalfitana. Nata nel 2005 dall’ambizioso progetto del suo titolare, i terreni si innalzano sino a 450 metri sul livello del mare, ma il punto più basso è quasi ad altezza di quest’ultimo, a soli 50 metri. L’adattamento e la ristrutturazione di una vecchia struttura, adibendola a cantina, sono parte del progetto, ridando smalto a territori che, in parte, erano ormai stati abbandonati. Per produzioni di qualità occorre anche che le strutture lo siano altrettanto, al fine di garantire la genuinità dei frutti della nostra terra, quali vino, limoni e olio prodotti in totale regime biologico e che siano apprezzati per il loro gusto e sapore. L’Azienda ha messo in atto una politica di preservazione del territorio, riportando alla vita produttiva oliveti e agrumeti abbandonati e impiantando vigneti, nel pieno rispetto della flora e della fauna presente nell’areale incontaminato circostante la zona agricola. Non è raro, infatti, ritrovarsi dinanzi alla presenza di cinghiali, tassi, serpenti o falchi, che talvolta causano anche qualche danno, ma che dimostrano come le zone dove sorge la nostra azienda siano incontaminate, dando conforto anche alle api, le quali trovano un ambiente ideale per produrre grandi quantità di ottimo miele. La conduzione aziendale è totalmente all’insegna dell’eco-compatibilità, infatti, la gestione delle colture col metodo biologico è supportata da altre azioni quali: il recupero dei residui colturali, il controllo dei tempi di intervento fitosanitario mediante il monitoraggio delle soglie di intervento e delle condizioni climatiche grazie a due stazioni meteorologiche presenti in azienda, il conferimento dei contenitori degli agro-farmaci e dei concimi/ammendanti organici a ditte specializzate per lo smaltimento. Gli addetti alle operazioni colturali sono stati edotti al rispetto e la conservazione della fauna presente nel territorio aziendale individuato come sito della Rete Natura 2000.
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Una delle più famose e longeve cantine dell’intera Loira è nelle mani della famiglia Ladoucette addirittura dal XVIII secolo, dal 1787 con esattezza, anno in cui gli allora proprietari, la famiglia Comte Lafond, comprarono i terreni dalla figlia illegittima del re francese Louis XV. Nel corso degli anni il costante lavoro della famiglia ha trasformato i vini del Pouilly-Fumé in prodotti di eccelso livello qualitativo, rendendoli capacissimi di rivaleggiare a testa alta con tutti i restanti migliori bianchi del mondo. Nel 1972, il Barone de Ladoucette ha ereditato i terreni originali e li ha estesi comprando appezzamenti nelle regioni del Sancerre, del Pouilly-Fuissé, dello Chablis, della Champagne, del Vouvray e dello Chinon, ampliando in questa maniera la secolare attività vitivinicola della famiglia.
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Nel 1990, la mia zia e io abbiamo rilevato le trame dei miei nonni. Abbiamo venduto tutti i nostri raccolti a un négociant fino al 1997, e poi siamo andati per la nostra strada. Per 16 anni ho gestito circa 3 ettari e nel 2013 mia zia ha smesso di lavorare e mi ha dato la possibilità di lavorare anche sulle sue vigne. Per i primi sei anni mi sono concentrato sulla produzione di vini ricchi e potenti. Nel 2003 l'annata era eccessivamente matura o troppo matura, il che mi ha portato a cambiare il mio stile, concentrandomi maggiormente su un contenuto di acidità più elevato nei miei vini.
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Dopo quattro generazioni, Bernard lavora oggi con i suoi due figli Alexandre e Benoit tornati a casa rispettivamente nel 1995 e nel 1999. La tenuta familiare conta 14 ettari di vigneti distribuiti su 13 diverse denominazioni situate nei comuni di Chassagne-Montrachet e Saint-Aubin. Il domaine produce 60% di vini bianchi e 40% di vini rossi.
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Bibi Graetz è un astro nascente nel favoloso mondo dei vini toscani. Ci troviamo sulle dolci colline di Fiesole che avvolgono la splendida città di Firenze. La tenuta sorge attorno al Castello di Vincigliata, un’antica costruzione medievale risalente al 1031, ristrutturata nel 1851 e acquistata dalla famiglia Graetz nei primi anni ‘60. Bibi Graetz, artista diplomato all’Accademia delle Belle Arti, innamorato di questo paradiso naturale, nel 2000 decide di abbandonare la sua professione per dedicarsi completamente alla vita di campagna. Eredita i vigneti e inizia a coltivare l’uva, trasferendo, oltre alla passione, la sua dote artistica. Il Testamatta è la prima vigna sotto il castello che viene lavorata da Bibi. Presenta un’esposizione fantastica a sud-ovest dalla quale si scorge un bellissimo tramonto e ospita al suo interno antiche viti di oltre 80 anni di Sangiovese, Canaiolo e Colorino.
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Nessun’altra cantina in Italia è così intimamente legata alle origini, alla storia e a tutto il percorso della propria denominazione come Biondi Santi al Brunello di Montalcino. Un racconto che affonda le proprie radici nell’Ottocento, con le prime prove di vinificazione da parte di Clemente Santi, colui che dedicò gran parte della sua vita allo studio del sangiovese e che vide premiato il suo “vino rosso scelto” - di fatto Brunello - all’Esposizione Universale di Parigi del 1865.
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Bollinger è una delle più grandi e famose case produttrici di Champagne, nata nel 1829 ad Ay, ridente villaggio agricolo situato nei dintorni di Epernay, ai piedi della Montagne de Reims. I fondatori della Maison Bollinger sono stati Hennequin de Villermont, Paul Renaudin e Jacques Bollinger; da allora, per 5 generazioni, la maison è stata gestita dalla famiglia Bollinger fino al 2008 quando, esauritasi la dinastia, è divenuto capo Jérôme Philipon, promotore di nuovi investimenti nel rispetto della gloriosa tradizione familiare.
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Braida è la risata travolgente di Raffaella e lo sguardo assorto di Giuseppe. Due fratelli che portano nei geni e nei gesti il patrimonio di una eccezionale famiglia del vino italiano. Un patrimonio che con il lavoro di tutti i giorni consolidano e ampliano, condividendone i frutti migliori con la bella squadra di collaboratori, con l’imprescindibile paese natale, Rocchetta Tanaro, e con tutte le persone che amano i loro vini.
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Quella dei Bressan, come spesso accade quando si parla di vigne, vino e terra, è una storia fatta di nomi propri: nomi di terre e soprattutto nomi di persone, che con il sudore della fronte e con la fatica delle mani hanno fatto crescere una tradizione ormai divenuta secolare. Da alcuni documenti storici, sembra che l’attività vitivinicola della famiglia Bressan risalga addirittura alla prima metà del XVIII secolo, ed esattamente al lontano 1726.
Oggi, di generazione in generazione, sono Nereo e il figlio Fulvio Bressan, aiutato dalla moglie Jelena Misina, a gestire l’impresa, i cui vini sono ormai riconosciuti e apprezzati a livello internazionale. -
La storica cantina Brovia, fondata nel lontano 1863 è una delle realtà vitivinicole più interessanti della provincia di Cuneo.
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La lungimiranza e l’intraprendenza di Giovan Battista Burlotto, fondatore dell’omonima azienda, sono stati probabilmente i due elementi fondamentali grazie ai quali la cantina Burlotto è diventata, sin dagli esordi, punto di riferimento indiscusso nel panorama vitivinicolo del territorio di Verduno e di Barolo.
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Creato per la prima volta nel 1979, anno del primo millesimato di Ca' del Bosco, e denominato Franciacorta Millesimato. Ottenuto prevalentemente da uve Chardonnay a cui si aggiungono Pinot Bianco e Pinot Nero. Nel 1989 prende il nome di Cuvée Annamaria Clementi Riserva,
in onore della fondatrice e madre di Maurizio Zanella. Con il millesimo 2008 il nome si consolida in Annamaria Clementi e diventa Dosage Zéro, per esaltarne la sua purezza e integrità. -
"L'azienda di Stefano Camilucci si trova nel cuore della Franciacorta, in una bellissima zona collinare, particolarmente vocata alla viticoltura.
I suoi vigneti si trovano nei comuni di Rodengo Saiano, Ome, Monticelli Brusati e Gussago, a pochi chilometri di distanza dal Lago d’Iseo e da Brescia, sono una magnifica espressione di un terroir unico e danno vita a vini emozionanti, che raccontano di gesti antichi e di una passione che da sempre lega uomo e vino, territorio e vitigno, in grado di dare, nelle mani giuste, prodotti rari e preziosi.
Negli anni Stefano ha fatto di un’antica attività di famiglia la sua vita, realizzando un progetto che raccoglie con amore ed entusiasmo la poesia della propria terra e la proietta con un taglio illuminato verso nuovi orizzonti. -
Giovanni Canonica è uno dei vigneron più famosi delle Langhe. I suoi vini sono amati dagli appassionati, che ne riconoscono un’autenticità territoriale e una schiettezza espressiva difficilmente riscontrabile in altre etichette. La sua cantina si trova nello storico borgo di Barolo e la sua proprietà, che non arriva a tre ettari, ha vigne nelle prestigiose e rinomate zone di Paiagallo e Grinzane Cavour. Produce complessivamente circa 7000 bottiglie di Barolo l’anno, che vanno letteralmente a ruba. Sono etichette ambite, non solo dai più attenti e curiosi intenditori italiani, ma ricercate anche a livello internazionale, in particolare in Giappone.
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A Castiglione Falletto, nel cuore del Barolo ci siamo noi, una famiglia che dal 1928 coltiva i vigneti della collina Bricco Boschis. Una storia di famiglia che si è affinata nel tempo.
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L’azienda Agricola Patrizia Cencioni, è a conduzione familiare e si trova nel fianco sud est della collina di Montalcino, la superficie totale è di circa 50 ha dei quale 8 ha di vignieto a Brunello di Montalcino, 1.5 ha S. Antimo Doc, 7 ha di oliveto.
I vigneti risalgono al 1989, anno in cui è nata l’azienda, che trae le sue origini da un antica azienda di Montalcino creata negli anni 50 dal nonno Giuseppe Cencioni, uno dei fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino.
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La tradizione della Cantina di Terlano è imperniata sulla vinificazione storica in botti di legno, ma un altro fattore determinante è il metodo “sur lie”, in cui i vini maturano - spesso per anni - sui lieviti fini, prima di passare alla bottiglia dove – senza fretta – possono finire di crescere. Grazie a questa maturazione lenta, i vini acquistano più carattere e complessità. Ciò che conta per noi, infatti, è fare emergere non gli aromi primari, ma piuttosto quelli secondari e terziari più complessi.
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La prima etichetta risale al 1975: si tratta di un vino da tavola che prende semplicemente il nome di Capannelle. Questa prima prova, porterà l’azienda a emergere nel panorama dei produttori di qualità, grazie all’attenta gestione dei vigneti e all’utilizzo di moderne tecnologie. Nel 1977 vengono introdotte le barrique provenienti dal Massiccio Centrale Francese, che nell’arco di pochi anni diventano un vero cult tra gli appassionati. Nel 1986 parte la sperimentazione sul vino bianco: dopo due anni nasce il nostro Capannelle Chardonnay fermentato e affinato in barrique.
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Cantina iconica capace di rappresentare nel mondo il Brunello di Montalcino più contemporaneo, Casanova di Neri è una realtà vitivinicola che negli anni si è fatta spazio nel panorama dei grandi vini italiani a suon di riconoscimenti.
Fondata nel 1971 da Giovanni Neri, uomo capace di intuire le grandi potenzialità del territorio, l’azienda è passata nelle mani del figlio Giacomo nel 1991. Un percorso di grande fascino, frutto di un continuo processo di evoluzione produttiva e filosofica, e risultato di una visione nuova del Brunello di Montalcino che partendo dalla tradizione arriva a essere reinterpretato con l’innovazione. -
Castell’in Villa è un piccolo e antico borgo medioevale che si trova in Toscana, nel comune di Castelnuovo Berardenga, esattamente in provincia di Siena, immerso in quello che è il contesto del meraviglioso paesaggio delle colline del Chianti. Le origini del borgo risalgono addirittura al 1200, quando a tempi era un comune del territorio controllato da Siena stessa.
Oggi la tenuta si estende su una superficie complessiva di poco meno di trecento ettari, di cui circa 54 coltivati a vigneto e 32 condotti a uliveto. Il resto del territorio è coperto da un grande bosco secolare, che assicura un ambiente incontaminato e una grande biodiversità.
Alla guida della proprietà di “Castell’in Villa” c’è la Principessa Coralia Pignatelli, che abita proprio nella torre del vecchio borgo. -
Castelli di Ama - Vigneto Bellavista
VIGNETO BELLAVISTA
CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DOCG
A partire dal 1978 attraverso lo studio approfondito del terroir dei vigneti del Castello di Ama
si sono individuate alcune parcelle con caratteristiche pedoclimatiche di eccellenza.La prima vendemmia vinificata da Marco Pallanti è il 1982 . Il Chianti Classico Gran Selezione
Vigneto Bellavista , è da sempre il paradigma e il riferimento dei grandi vini del Castello di Ama .È frutto di assemblaggio di Sangiovese e Malvasia Nera ed esprime le proprie caratteristiche
con le note aromatiche della Malvasia Nera che gli conferiscono un profilo distinto sapido e floreale.Insieme alla bellezza del bouquet questo vino è fondamentalmente basato sulla finezza
è l’eleganza del palato e “quella sottile alternanza fra forza muscolare e grazia”. -
La tenuta Castello del Terriccio si trova a Castellina Marittima, in provincia di Pisa. In questo territorio collinare, la viticoltura risale ai tempi degli Etruschi, che tra l’800 e il 500 a.C. dominavano questo tratto di Toscana. Le rovine del castello di Doglia, detto del Terriccio, sono di origine Medioevale. Strategicamente posizionato in cima alle colline, svolgeva la funzione di torre d’avvistamento delle navi nemiche.
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L'arte, il paesaggio, la sapienza del vino sono presenti in questi luoghi da sempre. L’origine etrusca certifica la presenza di un borgo fortificato in epoca preromana.
Durante il Sacro Romano Impero Ama entra a far parte dei possedimenti della famiglia Firidolfi. Il Castello, che è nella denominazione, viene probabilmente distrutto nel XV° secolo durante le invasioni aragonesi in territorio chiantigiano.
Agli inizi del ‘700 sulle rovine del Castello vengono edificate nuove dimore, usando le stesse pietre. Nascono così le ville di proprietà delle famiglie Pianigiani, Ricucci e Montigiani, due delle quali oggi sono patrimonio aziendale.
E’ di quel tempo un documento (luglio 1773) riguardante un rapporto da parte del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, quale Governatore della Toscana che esalta l’alta vocazione dei terreni collinari.
La bellezza del luogo mosse la passione di Tomaso Carini ad iniziare una nuova avventura rivolta alla produzione enologica, coinvolgendo tre amici (GianVittorio Cavanna, Lionello Sebasti e Pietro Tradico) per sviluppare insieme la rinascita di questo territorio.
I quattro imprenditori, capitanati da Cavanna padre e figlio, reimpiantarono buona parte dei vigneti e costruirono una moderna cantina di fermentazione divenuta un modello innovativo per tutto il territorio.
Nel 1982 entra ad Ama Marco Pallanti, giovane agronomo fiorentino e diventa enologo dell'azienda dopo una formazione tecnica all'Università di Bordeaux sotto la supervisione di Patrick Léon.
Lorenza Sebasti, figlia di Lionello, uno dei proprietari, prende in mano la gestione dell’azienda fin dal 1993 ed insieme a Marco condividono con identica passione una visione evolutiva, mettendola in opera con un lavoro che dura da 40 anni.
Oggi nella società è presente la seconda generazione delle famiglie Carini, Tradico e Sebasti.
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Castello di Ama - Vigneto La Casuccia
VIGNETO LA CASUCCIA
CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DOCG
A partire dal 1978 attraverso lo studio approfondito del terroir dei vigneti del Castello di Ama si sono individuate alcune parcelle con caratteristiche pedoclimatiche di eccellenza.
Vigneto La Casuccia , nasce nel 1985, come primo assemblaggio frutto della raccolta separata di tre parcelle di Sangiovese e Merlot, prodotto in quantità limitatissima solo nelle migliori annate .
Vino potente ed esplosivo in molte annate si delinea come vino sensuale e vivace , mostra energia ed equilibrio e necessità di tempo per esprimere al meglio tutte le sue potenzialità.
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È stata forte l’attrazione per la terra natia.
Dopo aver lasciato San Gimignano, prima del secondo conflitto mondiale, Aldo Bianchi, di ritorno in Toscana per un matrimonio, nel 1960 si innamora del Castello di Monsanto, al punto da acquistarlo nel giro di pochi mesi. Se a ciò aggiungiamo la passione per il vino del figlio di Aldo, Fabrizio Bianchi, il quadro è completo. Fu proprio quest’ultimo, infatti, spinto dal suo spirito imprenditoriale, a impiantare nuovi vigneti e a implementare, insieme con la moglie Giuliana, l’attività vitivinicola attorno al Castello di Monsanto. -
Nel 1964, Alibrando Dei sceglie di acquistare i terreni di Bossona dove viene impiantato il primo vigneto e scopre un luogo straordinario, ideale per la produzione di grandi vini rossi. Negli anni ’70 viene l’acquisto della proprietà di Martiena e della villa padronale. Sarà il 1985, anno di eccezionale vendemmia, quando la famiglia Dei esce con la sua prima bottiglia di Vino Nobile di Montepulciano.
Da oltre venti anni, è Caterina Dei l’interprete dei sapere e dei valori della sua famiglia, erede di quella tradizione agricola e vitivinicola che in Montepulciano ha avuto il suo luogo d’elezione.
Cantine Dei è un’azienda con forti radici storiche proiettata in una visione innovativa.
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Nasce a Montalcino un piccolo borgo medievale immerso tra le colline toscane.
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“Tutto ciò che so è un regalo degli anni passati ad aspettare gemme e frutti, a temere per delle nuvole in arrivo a ridosso della vendemmia, ad ascoltare il vento che annuncia la grandine, a guardare il sole che batte sul ceppo, a potare e veder potare, a prendere in mano un pugno di terra, chiudere il pugno, aprirlo per vedere come la terra si sfarina, o resta addensata.”
Marcello Ceretto -
È nel 1851 che il trentenne Charles Heidsieck fonda la Maison che ancora oggi porta il suo nome acquistando alcune cantine di maturazione ad affinamento a Reims, capitale della regione dello Champagne. Da subito è chiara una cosa: lasciare la gestione delle vigne a chi sa fare questo lavoro al meglio ed acquistare solamente quelle uve capaci di soddisfare i suoi altissimi standard qualitativi. -
Per conoscere la nostra casa, vi do una panoramica della sua "storia". Mio nonno materno stava già promuovendo la sua produzione prima della guerra del 1939. Ha sboccato al volo nella sua cantina e ha messo le sue cuvée a disposizione di una piccola clientela locale. Mio padre ha venduto le prime bottiglie di "Champagne Charles Hubert" nel 1984. Dopo aver completato i miei studi in enologia e viticoltura, è abbastanza naturale che gli ho rilevato in azienda nel 2009, dopo aver collaborato con uno studio di consulenza enologica poi da una casa di Champagne Sparnacienne. Le qualità dei diversi Champagne offerti sono prodotte nella più pura tradizione di famiglia, nasce da una sottile miscela di know-how e del nostro eccezionale terroir.
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Costruito nel XVII secolo, poi ampliato una prima volta nel 1757 e una seconda volta alla fine del XIX secolo, Château Beychevelle è un prestigioso cru della denominazione di Saint Julien, situato nella zona francese del Médoc. Gestito nel corso dei secoli da famiglie nobiliari e d’alto rango, lo château è caratterizzato da una particolare eleganza nella sua struttura architettonica di impostazione classica, che arriva a renderlo un vero e proprio gioiello incastonato nella corona della regione di Bordeaux.
Oggi appartenente al gruppo societario dei Grands Millésimes de France, la tenuta è in continua espansione e conta attualmente ben 75 ettari vitati, che vengono condotti rigorosamente nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. In cantina, la vinificazione si avvale di vasche in acciaio inox termoregolate, mentre l’invecchiamento è eseguito in barrique di rovere francese per 18 mesi. È così che nascono etichette in puro stile bordolese, tradizionalmente ricche di frutto e di sentori terziari, ma nel contempo anche ricercate, raffinate ed eleganti. -
Lo Château d'Esclans, una proprietà magica, è situato nel cuore della Provenza, a nord-est di St. Tropez. Con l'acquisizione dello Château nel 2006, la visione di Sacha Lichine era quella di creare i più grandi rosé del mondo, dando vita al "Rinascimento del Rosé". Giunto alla sedicesima vendemmia, lo Château d'Esclans ospita Whispering Angel.
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Il primo riferimento storico al mitico Château Lafite risale al XVI secolo, dove la menzione Lafite fa riferimento a un preciso e ben determinato feudo medievale. Il primo vigneto venne organizzato dalla famiglia Ségur nel secolo successivo, e la cantina iniziò a scrivere la storia del mito che accompagna i vini firmati Lafite da oramai quattro secoli. Basti pensare che, a inizio settecento, i vini della cantina erano venduti a Londra, come testimonia il London Gazette del 1707, parlando di vino “venduto in aste pubbliche nella City di Londra, dopo essere stato scaricato da navi mercantili straniere sequestrate dai corsari britannici e dalle navi della Royal Navy”. Venendo a tempi a noi più vicini, il ventesimo secolo, con le sue due guerre, ha rappresentato un periodo buio per la cantina, fino a quando, negli anni ’50, a capo dello Château troviamo il barone Elie. Costui iniziò un ambizioso piano di ristrutturazione di edifici e vigneti, portato avanti poi negli anni ’70 da suo nipote, Eric de Rothshild, desideroso di incrementare anche le figure che, a livello tecnico e professionale, si occupavano della vinificazione e della gestione delle viti. Oggi i vigneti si estendono su una superficie di 112 ettari, coltivati principalmente con cabernet sauvignon, merlot, petit verdot e cabernet franc. Tra i filari si usano tecniche tradizionali, così come in cantina, dove l’attenzione a preservare profumi e sapori presenti in ciascun grappolo è massima. La famosa sala circolare di affinamento, fotografata più volte e immagine vivida per tutti gli appassionati di Bordeaux, è stata costruita e progettata dall’architetto Ricardo Bofill, e inaugurata nel 1987. Da queste mura esce il mitico Premier Cru Classé di Pauillac, una delle massime manifestazioni di ciò che il terroir del bordolese può esprimere in bottiglia, mito di tutti gli appassionati di rossi francesi, accompagnato dal “fratello minore” prodotto dallo Château Lafite Rothshild, il “Carruades de Lafite”, taglio dal profilo più giovane ma sempre appagante.
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Château Laroque è il più delle volte la casa dei suoi gestori e deve molto a questi uomini, che annata dopo annata hanno curato e nutrito con cura le viti e hanno plasmato il carattere del suo vino.
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Château Minuty è un domaine di carattere familiare, che si trova nel primo entroterra della Provenza, affacciato sullo splendido golfo di Saint-Tropez. La storia della tenuta risale ai primi anni ’30, quando Gabriel Farnet, già proprietario dello Châteauneuf a Vidauban, ha acquistato lo Château Minuty, le cui lontane origini risalgono addirittura all’epoca di Napoleone III. Gabriel Farnet ha rinnovato completamente il domaine, ripiantando tutti i vigneti secondo una visione più moderna e in modo da poter indirizzare la produzione verso la qualità. Un’operazione che ha dato i suoi frutti nei decenni successivi, tanto che nel 1955 lo Château Minuty è diventato uno dei 23 domaine classificati come Grand Cru des Côtes de Provence.
Negli anni ’60, con il passaggio della proprietà nelle mani di Monique Farnet e del marito Etienne Matton, la tenuta è stata sottoposta a un profondo rinnovamento. Sono stati piantati i vitigni tradizionali del territorio: Tibouren, Rolle, Grenache con impianti ad alta densità, in modo da limitare naturalmente le rese e ottenere uve di alta qualità. I cambiamenti in vigna, sommati a pratiche di vinificazione particolarmente accurate e delicate, hanno portato a un notevole innalzamento qualitativo dei vini, che si sono affermati ben presto tra le migliori eccellenze della Provenza.
Dal 1990, sono Jean-Etienne e François Matton che si occupano dell’azienda di famiglia con grande passione e competenza. I vecchi impianti di Carignan e Ugni Blanc sono stati sostituiti con nuovi vigneti di Grenache e di Rolle. Oggi la tenuta comprende 3 grandi poderi: 60 ettari coltivati su suoli composti da scisti e calcare nella zona di Saint-Tropez; 80 ettari a Vidauban, su suoli argillo-calcarei e altri 20 ettari sugli splendidi rilievi di Valderian, a Ramatuelle, affacciati sulla meravigliosa baia di Pampelonne. I vitigni presenti all’interno del domaine, sono quelli storici delle regioni del sud della Francia, in particolare: Grenache, Syrah Mourvèdre, Tibouren e Rolle. Grazie all’estensione della tenuta, ognuno è coltivato nella zona più vocata per microclima e composizione dei terreni. Nella gamma dei vini spiccano i rosé, vera specialità del territorio, che esprimono un profilo raffinato, fresco ed elegante.
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La tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona, di Montalcino, vanta una lunga storia che ha origine nel XVII secolo.
L’azienda, oggi di proprietà di Paolo e Lucia Bianchini, possiede oltre cinquanta ettari di vigneto, che si trovano in prossimità del fiume Orcia, ottimamente esposti a sud-ovest, a un’altitudine che varia tra i 240 e i 360 metri sul livello del mare. La grande attenzione rivolta alla produzione dell’uva è frutto di un’antica tradizione contadina, che si unisce a metodi e tecniche agronomiche sempre più aggiornate e all’avanguardia. -
Importantissima azienda di Montalcino, quella di Col d’Orcia è una storia che affonda le radici nell’Ottocento.
È infatti datato 1890 l’acquisto della proprietà da parte della famiglia Franceschi, originaria di Firenze, quella che dette il primo e fondamentale impulso alla già avviata produzione di Brunello. La successiva svolta avviene nel 1973, quando i piemontesi Cinzano rilevarono l’intera proprietà e utilizzarono la loro già estesa rete commerciale dei liquori per incrementare le vendite dei vini della tenuta toscana.
Oggi, a oltre un secolo di distanza, Col d’Orcia è il terzo produttore per volumi di tutta la denominazione, il primo in Toscana per estensione di vigneti coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biologica. -
Piccola realtà irpina, quella guidata da Clelia Romano in pochi anni è riuscita a fare breccia nel cuore degli appassionati grazie a vini di impeccabile fattura e finezza. Nata nel 1994, la cantina si trova ad Arianello, piccola frazione del comune di Lapio, una delle località più importanti per la produzione sia del Fiano di Avellino che del Greco di Tufo, senza dimenticare il Taurasi. Un luogo particolarmente fortunato che, con il suo clima secco e ventilato e le forti escursioni termiche, è ideale alla viticoltura di qualità. Un grande rispetto per la materia prima in cantina, dove gli interventi sono minimi, porta a vini di straordinaria espressività territoriale, eleganti come solo i migliori vini campani sanno essere.
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Claudio Conterno e Guido Fantino sono da sempre consapevoli che tradizioni, saperi agronomici, conoscenze enologiche ed eccellenza dei terroir portano a produrre vini qualitativamente superiori. Proprio sulla base di queste convinzioni è stata fondata, nel lontano 1982, la cantina “Conterno Fantino”, che attualmente, a Monforte d’Alba, dispone di poco meno di trenta ettari vitati, tra vigneti di proprietà e in affitto. Recentemente rinnovata nei locali di vinificazione e affinamento, l’azienda mantiene rigorosamente la storica impostazione espressiva, per cui l’intera gamma di etichette “Conterno Fantino” risulta essere sempre caratterizzata da un timbro complesso, ricco e integro sul frutto.
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Le storiche cantine Coppo sono state dichiarate dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità: un riconoscimento prestigioso, che riempie l’azienda di orgoglio e che fa delle Cattedrali Sotterranee un tempio dedicato al vino, alla sua storia e al duro lavoro dell’uomo.
Edificate con ogni probabilità a partire dal XVIII secolo come piccole cantine di conservazione, rimaneggiate e ingrandite nel corso del 1800 e del 1900 fino alle ristrutturazioni e alle sistemazioni moderne, le storiche cantine Coppo si sviluppano sotto la collina di Canelli per un’estensione di oltre 5 mila metri quadrati e una profondità che, nel suo punto più basso, raggiunge i 40 metri.
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"Erano i primi anni Settanta, quando per la prima volta Lionel Cousin e la moglie Ornella scoprirono le terre di Montalcino, durante una vista al loro amico pittore Yoran Cazac, che ai tempi possedeva un podere con un antico casale arroccato sopra le anse dell’Ombrone. Il colpo di fulmine fu quasi immediato, e la magia delle terre toscane lasciò subito il segno in Lionel e Ornella, al punto che poco più di vent’anni più tardi, esattamente nel 1996, i due acquistarono quella che oggi è la realtà di Cupano.
Conosciuto a Montalcino come “il francese”, Lionel lascia quindi il suo passato di direttore della fotografia cinematografica per dedicarsi totalmente alla propria azienda.
Il palcoscenico - per i più esperti e conoscitori della denominazione - è quello del versante ovest, dove i Brunello sono tendenzialmente più sapidi e minerali, grazie alla composizione dei suoli ricchi di sabbia, di argille e di ciottoli alluvionali.
Su una collina dal terreno particolarmente drenante, si incontrano i 34 ettari di Cupano, dei quali circa sette sono al momento condotti a vigneto. -
La famiglia Rivetti abita e lavora proprio a Neive sin dalla metà dell’800. Prima ‘Pinin’ poi Dante. Quest’ultimo, dalla seconda metà degli anni ’70, guida la cantina di famiglia che da questo momento in poi prenderà il nome di Dante Rivetti. Per la cantina Dante Rivetti vivere il vino non significa soltanto produrlo. Il vino nasce dalla terra e nella cantina “cresce”. Con i suoi collaboratori, Ivan Rivetti si prende cura – coadiuvato dall`“enologo scienziato” Donato Lanati di Enosis Meraviglia – della cantina, un luogo in cui si fondono innovazioni tecniche e savoir fare antichi
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Dario Princic è uno dei vignaioli di riferimento all’interno del panorama vitivinicolo del Collio, in particolare per quanto concerne la produzione di vini macerati. A partire dal 1988 Dario si è conquistato la fama di “artigiano del vino” dalla sua piccola cantina di Oslavia, al confine con la Slovenia, una località che da sempre ospita i produttori più estrosi e un luogo di sperimentazione enologica che negli anni ha fatto conoscere il Collio oltre i confini nazionali. Sono 7 gli ettari vitati allevati nel rispetto del regime biologico con rame e zolfo, senza l’impiego di prodotti chimici di sintesi e con una bassa resa per ettaro.
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1759 è la data in cui James Delamain, originario dell'Irlanda, unì le forze con il suocero Jean-Isaac Ranson, proprietario di un'antica casa di esportazione le cui origini risalgono ai primissimi tempi della Cognac, per fondare la Casa di James Delamain.La Casa è ancora oggi gestita dai discendenti di James Delamain.James Delamain è rimasto molto artigianale e tutte le operazioni di maturazione dei brandy e di imbottigliamento sono eseguite a mano secondo le regole dell'arte con un requisito assoluto di qualità.Delamain sono Cognac di diverse età, tutti Grande Champagne provenienti esclusivamente dalla regione Premier Cru.
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Lo Champagne Brut Delamotte rappresenta l’etichetta più popolare e conosciuta di questa storica Maison di Mesnil-sur-Oger, che dal 1760 produce grandi Champagne nel cuore della Côte des Blancs. La sua ricchezza risiede in un meraviglioso domaine, che può contare su splendidi vigneti coltivati nei celebri territori comunali dei village Grand Cru di Cramant, Mesnil-sur-Oger, Avize e Oger. Si tratta di una cuvée tradizionale, con base maggioritaria di Chardonnay, che dona eleganza floreale e fruttata, completata dalla struttura del Pinot Noir e dall’avvolgente ricchezza aromatica del Meunier. Una perfetta armonia di aromi, che regala uno Champagne fresco e fruttato, elegante e fragrante, che esprime perfettamente lo stile della Maison e il carattere del terroir.
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La Maison Deutz nasce nel 1838 ad Ay, nella regione della Champagne, fondata da William Deutz e Pierre Geldermann, entrambi di Aquisgrana. Una volta stabilitisi ad Ay aprirono una piccola enoteca, acquistando i vini dai produttori locali e apponendo la loro etichetta. Ma, fermamente convinti che alla base dei grandi vini ci fosse un vigneto particolarmente adatto, acquistarono nel 1838 un primo appezzamento di terreno e iniziarono a produrre uva, vinificandola nella loro cantina. William Deutz, che in precedenza aveva lavorato per Bollinger, diede il suo contributo di esperienza nella coltivazione e vinificazione delle uve e Pierre Geldermann curò l'aspetto finanziario e commerciale dell'azienda. Negli anni successivi la Maison Deutz fu costretta a cedere a Louis Roederer il 63% della proprietà, a seguito di alcuni investimenti infruttuosi in Nuova Zelanda.
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Didier Dagueneau è stato un vignaiolo di culto conosciuto in tutto il mondo: il pioniere che ha aperto la strada alla moderna vitivinicoltura di qualità e di prestigio nella Valle della Loira. Dotato di una profonda e anti-convenzionale cultura enologica, Didier ha dato vita, a partire dai suoi vigneti situati nella denominazione Pouilly Fumé, ad espressioni di Sauvignon considerate tra le migliori al mondo. Oggi la sua attività è portata avanti con grande competenza dai suoi figli Louis-Benjamin e Charlotte, eredi di un domaine divenuto un monumento del vino francese.
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Dal 1630, la nostra famiglia lavora giorno dopo giorno il suolo di Pouilly sur Loire. 300 anni dopo, André Chatelain ha offerto il suo vino all'estero e ha gettato le basi della nostra reputazione internazionale. La 12a generazione ora gestisce l'area Chatelain di 30 ettari di vigneto, a Pouilly fumé AOC, distribuiti su 6 comuni dei 7 nella denominazione. Tracy-sur-Loire - Pouilly-sur-Loire - Mesves-sur-Loire - Saint-Andelain - Saint-Laurent l'Abbaye - Saint-Martin-sur-Nohain Questa particolare geografia fatta di appezzamenti offre una buona panoramica di tutte le terre che compongono l'AOC. Molta libertà creativa e meticolosa selezione delle miscele ci permettono di proporre un vino ben lavorato, equilibrato e molto caratteristico. Ci sono oggi, nelle annate del dominio Chatelain, tutto il sapere e il lavoro di un vignaiolo. Ma è anche l'eredità di generazioni in generazioni dell'amore per la vinificazione.
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Il Domaine De l'Arlot è una storica azienda della Borgogna che si trova nel piccolissimo comune di Prémeaux, a sud di Nuits St Georges.
Le origini del Domaine risalgono al XVIII secolo e si collegano alla figura di M. Jean-Charles Vienot, proprietario di un edificio e di vigneti a Prémeaux; egli decise di erigere un muro intorno al domaine dando vita al famoso "clos de l'Arlot".
Nel 1891 la proprietà fu venduta ad un commerciante di vini, Jules Belin, il quale l' ampliò, acquisendo quelli che divennero gli altri gioielli dell'azienda, il "Clos des Forêts Saint Georges" e del "Clos du Chapeau". Attualmente il domaine è condotto da Christian Seely con il supporto tecnico dell'enologa Géraldine Godot.
L'azienda dal 2000 segue principi di agricoltura biologica e nel 2003 è avvenuto il passaggio in biodinamica, secondo l'ideale di una viticoltura che pone le basi sul rispetto dell' equilibrio naturale, che permette alle uve di esprimere l'autenticità dei territori di appartenenza. Gli interventi in vigna e in cantina sono minimi: la raccolta manuale avviene in piena maturazione delle uve, con una attenta selezione di esse, la fermentazione alcolica si svolge spontaneamente con macerazione delicata a seconda delle diverse annate; dopo la fermentazione, i vini rossi vengono trasferiti in piccole botti di rovere, mentre i bianchi fermentano direttamente in legno piccolo.
I legni di quercia vengono tostati in modo attento per permettere che la successiva fermentazione malolattica si svolga spontaneamente in primavera con il naturale innalzamento delle temperature. A questo punto è essenziale la degustazione dalle botti da cui si deciderà in momento dell'imbottigliamento, che avviene senza filtrazioni.
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La domaine de l'enclos è piuttosto recente nel patrimonio vinicolo di Chablis. Nasce nel 2016 dal desiderio di due fratelli (Romain e Damien Bouchard) di produrre i propri vini dopo la vendita dell'attività commerciale fondata dal padre Pascal Bouchard. I 29 ettari rilevati dai due fratelli sono fin dall'inizio convertiti all'agricoltura biologica e una magnifica cantina costruita nel cuore di Chablis.
Il domaine de l'enclos vinifica le uve in lieviti indigeni, senza apporto se non un minimo di solforosa dopo la pressatura. I vini mostrano profili generosi, gourmet e maturi, pur mantenendo la mineralità di fondo dei terroir di Chablis. Un valore molto crescente di Chablis, tutto in biologico! -
Domaine de la Grange des Pères
Tenuta eccezionale con collezionisti di cuvées estremamente rari e molto popolari, la Grange des Pères è un vero mito dei grandi vini della Linguadoca.
Nel 1992 Laurent Vaillé dà vita alla sua prima annata. Fin da subito il successo è straordinario. Domaine de la Grange des Pères si distingue tra i più grandi cru della Linguadoca.
Situato sul massiccio di Arboussas, ad Aniane, nell'Hérault, il vigneto di La Grange des Pères gode di una posizione eccezionale su parcelle di garriga, con terreni calcarei bianchi. Prodotti nell’IGP Pays de l'Hérault, i vini di La Grange des Pères offrono una splendida definizione dei cru del sud della Francia. Dotato di una grande ricchezza aromatica e armoniosa, i vini di Grange des Pères sono dotati di una straordinaria consistenza in bocca, mantenendo un equilibrio perfetto senza alcuna pesantezza. Accessibili nella loro gioventù, presentano un'innegabile capacità di invecchiamento. Viticoltore di talento, Laurent Vaillé ha portato La Grange des Pères al rango dell’élite dei vini della Linguadoca.
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Da quasi un secolo generazioni si alternano per difendere e valorizzare i vini di Nuits Saint Georges.
Una volta si chiamavano Henri Gouges, poi Michel e Marcel; che furono poi sostituiti da Pierre e Christian, e ora Grégory e Antoine. Esperti del Pinot Nero, la nostra tenuta sfrutta 14 ettari di vigneto, esclusivamente a Nuits St Georges. I vini giusti, dritti, intensi, costanti e verticali che offriamo sono ciò che ha reso la reputazione della nostra azienda. Il nostro volume di produzione è legato alle condizioni climatiche e il nostro metodo di coltivazione punta sulla qualità e sul rispetto dei terroir a discapito della quantità. -
Il Domaine Jamet si trova a pochi chilometri dal villaggio di Ampuis, nelle colline della Côte Rôtie, nella Valle del Rodano settentrionale. Il domaine Jamet nasce nel 1950 quando Joseph Jamet, partendo da un terzo di ettaro, inizia a coltivare e vendere l'uva ai principali négociants del Rodano.
È solo nel 1976 che inizia a produrre i suoi vini del Rodano, e ad acquistare appezzamenti di vigneto nelle ripide colline della Côte Rôtie, fino ad arrivare agli 8 ettari attuali, gestiti oggi dal figlio Jean-Paul Jamet e la moglie Corinne.
La famiglia Jamet crede fortemente nella vinificazione separata di ogni parcella per ottenere la giusta armonia nell'assemblaggio finale, equilibrando le uve più acide provenienti dai pendii superiori ventosi con le uve più mature dei vigneti di media pendenza più baciate dal sole, per ottenere i migliori Côte Rôtie possibili, il vino che resta è riservato alla produzione del loro Côte du Rhône Rouge, uno dei migliori della sua categoria.
Il Domaine Jamet è conosciuto soprattutto per i leggendari imbottigliamenti di Côte-Rôtie e Côtes du Rhône Rouge, pochi sanno che imbottigliano anche un Côtes du Rhône Blanc e un Vin de Pays des Collines Rhodaniennes
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Dominique Laurent, nome di spicco nella viticoltura francese, salutato dal mitico Robert Parker come “una delle figure più influenti del vino negli ultimi vent'anni” ha recentemente iniziato – nel 2006 – una nuova avventura in ambito vitivinicolo con suo figlio Jean. Insieme hanno creato una piccola cantina borgognona, il Domaine Laurent Père et Fils, in cui possono esprimere liberamente le proprie visioni, con Jean che, oltre a prendersi cura delle viti, vinifica e affina i vini a fianco del padre. La maggior parte dei vigneti che vengono coltivati – per un totale di circa 10 ettari – dalla cantina si trovano in posizione ideale, e sono affittati a un ex-enologo di Vosne-Romanée della tenuta di Haegelen-Jayer. Tra le diverse parcelle troviamo vigne nelle aree di Meursault, Nuits-St.-Georges, Gevrey-Chambertin e Clos Vougeot.
La prima annata è stata il 2007. A Dominique e a Jean piace vinificare da uve non fermentate, e affinare le proprie etichette in legno nuovo – le botti vengono prodotte quasi nella loro totalità proprio dalle mani di Laurent, e vengono vendute anche ad altri importanti realtà produttive della Borgogna – senza utilizzare alcuna solforosa.
In generale ciascun vino non ha una ricetta, ma si procede ad assaggi mirati mentre ciascuna partita affina, così da apportare gli aggiustamenti ritenuti opportuni in base all’annata e alla denominazione. Al momento dell’imbottigliamento non si procede né con filtrazione né con travasi. -
"Domaine Ponsot nasce nel 1872 in Borgogna, terra dal clima unico e dai meravigliosi paesaggi naturali, che richiama la forte alleanza tra il tempo, la tradizione e l'uomo.
Il Domaine, fondato da William Ponsot, si estende su vigneti tra i più prestigiosi della zona, tra cui Clos de la Roche, Clos des Monts Luisants, Gevrey-Chambertine Les Combottes e Charmes Chambertin e fin dal lontano 1934 commercializza i propri vini non solo in Francia ma anche all'estero, in particolare negli Stati Uniti.
Laurent, Catherine e Stephanie Ponsot, gli attuali proprietari del Domaine oggi come allora propongono vini autentici, che rappresentano la ricchezza del terroir e del varietale, proseguendo con energia e passione la tradizione famigliare, che riflette il mondo contadino, senza bisogno di certificazioni ma agendo con rispetto estremo della terra e del frutto.
Ne deriva una filosofia non interventista e contadina che abbraccia la tecnologia e l'innovazione per esaltare la varietà e l'annata, concedendo alla vite ed in seguito al vino di esprimersi al meglio, con le sfumature, l'eleganza e la struttura che caratterizzano da sempre questi pregiatissimi terroir.
Da sempre i vigneron della Borgogna si caratterizzano per il grande amore che nutrono per il territorio e la famiglia Ponsot incarna alla perfezione la cultura della coltivazione ""simbiotica"" con le vigne allevate, dando il massimo valore al lavoro dell'uomo, al tempo e alla pazienza.
La raccolta di tipo tradizionale e manuale, in piccole cassette avviene valutando la maturazione fenolica e le uve vengono immediatamente trasportate nella cantina di 4 livelli, dove la forza di gravità aiuta la vinificazione.
Le lavorazioni prevedono fermentazioni e macerazioni in serbatoi tronconici aperti, in legno di quercia e un affinamento in botti di rovere rigorosamente usate per non interferire troppo con l'aroma del varietale. Per lo stesso motivo non vengono effettuate filtrazioni e in cantina l'uso di solforosa è limitatissimo." -
Attorno alla metà degli anni ’70 del secolo scorso, nel 1976 per l’esattezza, Domenico Clerico, su richiesta del padre, scelse di prendere in mano le redini dell’azienda agricola di famiglia, che ai tempi si estendeva su una superficie di circa cinque ettari e produceva uva da conferire alla vicina cantina sociale. Visti però gli esigui guadagni e allo stesso tempo convinto dell’enorme potenziale delle terre delle Langhe, Domenico, coadiuvato dalla moglie Giuliana nella gestione della tenuta, decise di iniziare a vinificare le proprie uve per produrre vini di qualità.
Con amore e dedizione cominciò perciò a curare le proprie viti, cercando di interpretarne ogni minima esigenza in ogni momento dell’anno. Nel contempo Domenico acquistò nuovi appezzamenti vitati ben posizionati, nel cuore della Bussia, nel cru Ginestra e nel cru Mosconi, scegliendo terreni contraddistinti da ottimali caratteristiche microclimatiche.
straordinari. -
Weingut Dr. Loosen è una vera e propria istituzione nell’ambito della vitivinicoltura tedesca e rappresenta il manifesto internazionale della riscoperta dell’importanza del Riesling. Fondata nel 1816, è condotta dalla stessa famiglia da oltre 200 anni e dal 1988 è guidata dalla carismatica figura di Ernst F. Loosen: senz’altro la figura chiave nella svolta storica che l’azienda ha saputo intraprendere. La cantina è membro della VDP dal 1993, l’associazione che riunisce le aziende vinicole tedesche “mit Prädikat”, ovvero di livello qualitativo superiore.
Profondamente radicata nella regione della Mosella, St. Johannishof Dr. Loosen ha la propria sede operativa nella cittadina di Bernkastel-Kues. L’estensione vitata di proprietà copre una superficie totale di circa 22 ettari diffusi sui territori di diversi comuni ed è impiantata per il 98% del totale a Riesling, mentre la parte residuale è dedicata al Weissburgunder, il Pinot Blanc. Lay a Bernkastel, Himmelreich nel villaggio di Graach, Prälat e Treppchen a Erden, Sonnenhur a Wehlen, così come Würtzgarten nel villaggio di Ürzig, sono i vigneti riconosciuti Grossen Lagen, il sinonimo di grand cru in Germania, all’interno dei quali si trovano le sei parcelle più importanti: l’età media delle viti ha superato i 60 anni, con alcuni ceppi monumentali che raggiungono i 130 anni e sono tutte piante a piede franco. La peculiare natura dei suoli è infatti avversa alla proliferazione della fillossera: l’ardesia che ricopre a scaglie il terreno contiene alte percentuali di potassio e sostanze minerali nutritive per le viti, mentre la natura rocciosa del sottosuolo costringe le radici a scavare in profondità alla ricerca di acqua. Le giaciture offrono esposizioni quanto mai varie: obbligate a seguire il disegno sinuoso dei pendii sono sempre rivolte verso il corso della Mosella, che guardano da quote comprese fra i 100 e i 400 metri sul livello del mare e dalle pendenze vertiginose. La conduzione agronomica è basata su lavorazioni non invasive, con utilizzo di soli elementi di natura organica.
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Récoltant-Manipulant à Ambonnay
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La famiglia Müller, dal 1797 produce vini di altissima qualità, annoverati tra i migliori della Mosella e di tutta la Germania. L'azienda, membro dell'associazione VDP, è guidata da Egon Müller e possiede circa 16 ettari di vigneti (98% a Riesling), tra cui 8,3 del famoso Sharzhofberg, che sorge su un terreno dal clima essenzialmente nordico e ricco di ardesia, unico per longevità ed eleganza. Per questa storica azienda la ricerca della qualità è prima di tutto in vigna e si basa su vigneti eccezionali, basse rese e la ricerca della maturità ideale. L'approccio di Egon Müller alla vinificazione è tradizionale e minimalista, per esaltare vigneto e territorio, con una produzione di Riesling dalla fama mondiale, che prevede sempre un residuo zuccherino, nel rispetto delle tradizioni della Mosella.
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Elio Altare rappresenta un personaggio importante nella storia recente delle Langhe. Fu il nonno di Elio, Giuseppe, a comprare la cascina con i primi 5 ettari di proprietà nel comune di La Morra, nel cuore delle Langhe.
In un periodo molto difficile per la zona, nel '76 il giovane Elio Altare partì alla volta della Borgogna e lì imparò a conoscere nuove tecniche di produzione e il modo con cui i Francesi riuscissero a valorizzare al meglio i propri vini. Così dallo spirito innovatore di alcuni figli di quei viticoltori storici delle Langhe nacque il movimento dei Barolo Boys negli anni '80, di cui Elio Altare fu uno dei protagonisti principali: un movimento che cercò di far conoscere le Langhe nel mondo, attraverso una maggiore innovazione in cantina e l'uso di barriques per l'affinamento.
In questo modo Elio Altare e gli altri Barolo Boys andarono completamente controcorrente, abbandonando la tradizione barolista che prevedeva l'uso delle botti grandi, spesso riutilizzate per lunghi anni. -
“Amiamo essere riconosciuti prima come contadini e poi come produttori: è il nostro modo di onorare e continuare il lavoro di chi prima di noi ha affrontato le difficoltà tipiche di chi lavora con la natura e con il vino. Per questo la nostra famiglia vuole evidenziare, senza presunzione, quei convincimenti e modi di essere di tutte le famiglie contadine di Langa, quei tratti caratteristici che crediamo facciano la differenza”: nulla meglio di queste parole può riassumere la filosofia su cui si basa l’impresa vitivinicola a gestione familiare Elio Grasso.
Siamo in Piemonte, a Monforte d’Alba, ed è qui che i 18 ettari di proprietà aziendale sono condotti allevando uve di nebbiolo, barbera, dolcetto e chardonnay, dalle quali vengono ricavati vini che possono essere definiti come un concentrato di cultura, territorio e tradizioni. -
L’azienda agricola Elvio Cogno produce i grandi vini delle Langhe conducendo circa quindici ettari di vigneti di proprietà a Novello, uno degli undici comuni in provincia di Cuneo in cui è consentita la produzione di Barolo Docg.
Colline celebri per la loro storia, cultura e bellezza, recentemente riconosciute Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
Sulle orme del fondatore Elvio Cogno, Nadia Cogno e Valter Fissore oggi raccolgono l’esperienza di oltre quattro generazioni di vitivinicoltori dediti a ottenere l’eccellenza enoica a partire da un terroir unico, celebre in tutto il mondo per l’eleganza, la stoffa e l’equilibrio dei suoi vini.
Con quattro tipologie di Barolo e undici ettari e mezzo di vigneti in località Ravera, Cogno è la più importante realtà vitivinicola della Menzione Geografica Aggiuntiva (MeGA) «Ravera», il più rinomato cru di Novello, riconosciuto per la capacità dei suoi vini di resistere al tempo mantenendo inalterati profumi e freschezza.
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Ingegnere specializzato in trattori, Emmanuel ha sviluppato la sua passione per la vinificazione nel 1976, quando suo zio, il rinomato Henri Jayer, gli offrì un impiego. Guidato dall'esperto Henri, Emmanuel acquisì le competenze necessarie per la produzione di vini pregiati, adottando le stesse meticolose tecniche che avevano portato Henri a riconoscimenti globali: rese ultra basse, macerazione a freddo pre-fermentazione e l'uso esclusivo di botti di rovere nuovo al 100%.
Nel 1996, Emmanuel iniziò a vinificare le uve provenienti dai vigneti di tre suoi zii - Henri, Lucien e Georges - e dai vigneti dello chef stellato Michelin, Jean Crottet. Le uve venivano selezionate attentamente sia in vigna che nella cuvérie, prima di essere delicatamente sminuzzate e sottoposte a fermentazione dopo una fresca pre-macerazione.
I vini maturano in botti di Francois Frères e Taransaud. Le barrique di un anno sono destinate al Bourgogne Rouge, il 50% di rovere nuovo per il Vosne Romanée, ma il 100% per Savigny-lès-Beaune, Nuits-St-Georges e i cru. Tra i vini più rinomati di Rouget spicca il celebre Vosne-Romanée Premier Cru Cros Parantoux, noto per essere stato piantato negli anni '40 da Jayer dopo essere stato abbandonato a causa della fillossera all'inizio del XX secolo.
Rouget controlla la maggior parte di questo prezioso sito di un ettaro (2,5 acri), con il restante terzo detenuto da Méo-Camuzet. Altre vigne di pregio includono 1,4 ettari (3,4 acri) a Echézeaux e un piccolo appezzamento nel premier cru Les Beaux Monts (etichettato da Rouget come "Les Beaumonts"). Emmanuel possiede anche vigneti a livello di villaggio a Vosne-Romanée, Savigny-lès-Beaune e Nuits-Saint-Georges, oltre a Côte de Nuits-Villages.
I suoi vini, altamente apprezzati e ambiti da intenditori di tutto il mondo, mantengono lo stile distintivo di Henri Jayer, anche se forse non raggiungono le stesse vette. Potrebbe essere una questione di meticolosità o, forse, di un tocco personale, ma essi continuano a essere straordinari e a mantenere prezzi elevati nei mercati secondari. Caratterizzati da una lussureggiante espressione di frutta rossa e da un sottile accenno di quercia, i vini di Emmanuel, con il supporto dei suoi figli Nicolas e Guillaume, sono ambiti sia per l'etichetta di famiglia che per quella di suo zio George Jayer, entrambi considerati tesori della Borgogna.
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Non sono molte le cantine che, in Italia, affondano le proprie radici nel territorio che le circonda e nella sua storia, come quella rilanciata da Emidio Pepe negli anni sessanta. Un percorso che è iniziato alla fine dell'ottocento, e che da allora è sinonimo stesso di Abruzzo e dei suoi vitigni più rappresentativi: trebbiano e montepulciano.
Oggi, a oltre cinquant'anni di distanza dalla fondazione dell’azienda nata nel 1964, sono le figlie Daniela e Sofia, affiancate dalla nipote Chiara, a portare avanti questa tradizione così unica: una realtà vitivinicola fatta di pratiche agricole e di attività di cantina che negli anni sono rimaste immutate, biologiche e biodinamiche prima di ogni moda e al netto di ogni certificazione. -
Situata a Coazzolo, comune dell'Astigiano, l'azienda a conduzione famigliare, Emilio Vada, da generazioni si occupa di viticoltura con passione e tenacia. Da alcuni anni inoltre, la famiglia produce ed imbottiglia con una propria etichetta Moscato, Nebbiolo e Dolcetto esaltando in particolare la ricchezza del territorio e il lavoro in vigna. Questi vini esprimono infatti la stessa cura e dedizione che contraddistingue la famiglia Vada nella conduzione dei vigneti da generazioni.
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Dal 1982 Eric Rodez prende le redini del domaine famigliare. Ascoltare Mr Eric Rodez è come seguire una lectio magistralis sullo Champagne, riesce a trasmettere la passione che mette nel suo lavoro come pochi altri. E’ anche molto generoso, non si risparmia nel raccontare il suo lavoro. E’ uno dei migliori indirizzi in una delle più pregiate zone di produzione del Pinot nero: il Grand Cru di Ambonnay, dove il Pinot nero trova la sua espressione più potente. Vinificatore raffinato è la definizione più frequente nelle numerose guide e pubblicazioni che recensiscono gli champagnes di Eric Rodez. Il lavoro presso la Maison Krug, dove ha imparato l’uso della vinificazione in legno, bellissime parcelle e una gamma completa di champagne fanno di questa casa un valore sicuro, adatto a chi cerca champagnes complessi, evoluti e regolari. Lo diciamo in ultimo perché il lettore non rimanga influenzato in alcun modo: nel 2010 ha ottenuto la certificazione “bio”.
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Viticoltori sin dalla metà del XIX secolo.
Sulla collina della Cerretta, a Serralunga d’Alba, in provincia di Cuneo, la famiglia Germano si occupa di vitivinicoltura sin dal 1856. Prima era il bisnonno Francesco, poi è stato il nonno Alberto: sono loro che curavano le vigne di proprietà della famiglia Germano, producendo piccole quantità di vini e soprattutto vendendo le uve.
In seguito è arrivato Ettore, figlio di Alberto: a lui si deve il rinnovamento aziendale, per cui dagli anni ’50 i vigneti sono stati reimpiantati e reinnestati, utilizzando selezioni massali e portando la densità a 4mila ceppi per ettaro. Le uve di dolcetto, di barbera e di nebbiolo hanno così cominciato rispondere a livelli qualitativi più elevati rispetto al passato, e contemporaneamente la superficie vitata è stata estesa grazie all’acquisto di appezzamenti confinanti. -
Piccolissimo produttore di Avize, quasi un pezzo di storia vivente dello champagne. Uno solo vino fermentato in botte e proposto in tre varianti (Brut, Extra-Brut – la più buona – e Nature) dopo una lunga maturazione sui lieviti. Uno champagne che ha stoffa da vendere, ma anche carattere, ricchezza ed eleganza, assoluta coerenza, gustosità travolgente. Il solo problema, numero di bottiglie a parte, è che l’estrema artigianalità della produzione porta a una certa irregolarità, anche da bottiglia a bottiglia. Ma quando capita quella giusta…
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Bruno Giacosa è un vignaiolo di immensa sensibilità e il suo successo nasce inizialmente dall'immenso talento nel trasformare uve conferite da altri proprietari in alcuni dei migliori Barolo e Barbaresco mai prodotti. L'Azienda Agricola Falletto nasce dal genio di quest'uomo il quale, dopo aver iniziato ad aiutare il nonno in cantina, acquista nel 1982 il vigneto "Falletto" a Serralunga d'Alba. La gloriosa storia prosegue quando Bruno acquista nel 1996 anche i vigneti di Barbaresco "Asili" e "Rabajà". Oggi gli ettari di proprietà sono 20 e si allungano tra i comuni di Serralunga d'Alba, La Morra e Barbaresco. Spinto da un amore profondo per la terra, Bruno Giacosa ha sempre affermato con estrema convinzione che un grande vino nasce in vigna: ha seguito questa filosofia con forza e passione inarrestabili, rispettando al massimo i ritmi della natura, senza interventi forzati, ma semplicemente accompagnando la pianta e consentendo a essa di autodifendersi e crescere al meglio.
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MaFleury è una maison della Côte des Bar che produce Champagne finissimi, capaci di raccontare con precisione il loro terroir.
La maison Fleury ha sede a Courteron, piccolo centro agricolo della Côte des Bar. Siamo nel dipartimento dell’Aube, che rappresenta l’estrema propaggine meridionale della Champagne. Qui nel 1895, a seguito della devastante crisi della viticoltura francese dovuta all’invasione della fillossera, Emile Fleury pianta i primi vigneti di Pinot Noir innestato su piede americano dell’intera regione, dando vita a un’azienda agricola. Nel 1929, in piena Grande Depressione, il figlio Robert produce e commercializza uno Champagne da uve di proprietà, diventando uno dei primi récoltant manipulant di tutta la Côte des Bar.
La predisposizione all’innovazione dei Fleury non si esaurisce certo qui. Nel 1962 subentra alla guida della cantina Jean-Pierre, rappresentante della terza generazione della famiglia, che decide di convertire i vigneti aziendali al regime biologico. Tra il 1989 e il 1992 avviene il passaggio alla biodinamica di tutti i terreni, e Fleury diventa così la prima azienda vitivinicola della Champagne ad applicare in vigna i principi della dottrina steineriana. Oggi il domaine è guidato dai figli di Jean-Pierre, Jean-Sebastien, Benoît e Morgane, che a loro volta hanno introdotto alcune importanti novità dal punto di vista della conduzione agronomica ed enologica, tra cui l’impiego del cavallo in vigna e la realizzazione di cuvée senza solfiti aggiunti.
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La cantina Fontodi è una splendida realtà dell’area del Chianti Classico, che si trova nella zona di Panzano. all’interno della famosa Conca d’Oro, una meravigliosa area esposta a mezzogiorno, da sempre conosciuta per un’ottima qualità delle sue uve. La tenuta appartiene dal 1968 alla famiglia Manetti, che da secoli produce in questa zona manufatti in terracotta, a cui ha poi aggiunto anche l’attività della coltivazione della vigna e la produzione del vino. Il progetto è nato da un grande amore per questa terra e da una profonda conoscenza delle caratteristiche del territorio. L’area di Panzano costituisce, infatti, un biodistretto che da molti anni ha scelto di privilegiare un’agricoltura rispettosa del territorio.
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Domaine Forey Pere et Fils, una tenuta fondata nel 1840 in Borgogna è stata famosa per aver sfruttato il famoso Grand Cru La Romanee, proprietà della famiglia Liger-Belair, dopo il 2001, il contratto di locazione non è stato rinnovato. Prevedendo la perdita dei vigneti, Regis Forey in carica dal 1987, ottenne l’audacia di acquisire alcuni Echezeaux Grand Cru e un pacco di Vosne Romanée 1er Cru Les Gaudichots, un mitico Cru 1er che era stato integrato in La Tâche Grand Cru fino alla classificazione del 1936.
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Il Franchetti è il vino di punta della tenuta di Passopisciaro, un super-Etna prodotto da uve di Petit Verdot e Cesanese d’Affile piantate su roccia e cenere vulcanica in Contrada Guardiola. Le piante furono messe a dimora nei primi anni 2000 subito dopo l’acquisto della tenuta da parte di Andrea Franchetti, con un sesto d’impianto ad alta densità, 90cm x 90cm e più di 10.000 piante per ettaro.
Quando arrivò sull’Etna, Andrea Franchetti aveva in mente un vino che fosse più denso e concentrato di quanto non fossero i vini leggeri e delicati prodotti con le uve autoctone. Pertanto, mentre i vini prodotti con il Nerello Mascalese rappresentano il vino del territorio con la loro espressione unica del terroir, il Franchetti è un vino del produttore che esprime e rappresenta l’idea di vino e la visione personale di un uomo. Per ottenere il risultato che aveva in mente, Andrea Franchetti ha piantato il Petit Verdot, varietà tardiva del Bordeaux e il Cesanese d’Affile, varietà aromatica del Lazio che ha contribuito a salvare dall’estinzione.
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Franck Bonville è una realtà famigliare di Recoltant Manipulant (RM) della prestigiosa regione vitivinicola francese della Champagne. Attualmente alla guida della Maison c’è la quarta generazione, rappresentata da Olivier Bonville che, dopo aver conseguito il diploma di Enologo a Reims e aver fatto pratica in plurime realtà in Corsica e Germania, si è ricongiunto con la sua azienda. Ad aspettarlo c’erano i suoi genitori, Gilles e Ingrid, che hanno accettato di buon grado il suo animo innovatore e le conseguenti rivoluzioni in cantina e in vigna, con l’approdo a un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente circostante.
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Il cuore dell’azienda risiede nella grande casa settecentesca dalle linee sobrie e maestose, a ridosso del centro storico di Verduno.
Gian Battista, la moglie Flavia, il fratello Alessandro ed il figlio Vittore sono i testimoni orgogliosi della secolare tradizione e passione vitivinicola della famiglia e rappresentano la 7ª e la 8ª generazione di produttori di vino (le prime 3 generazioni come Fratelli Dabbene e poi Fratelli Alessandria in seguito ad un matrimonio intorno al 1870).
La cantina vinifica esclusivamente uve di proprietà, ed ha mantenuto una dimensione familiare. Questi requisiti permettono di instaurare un rapporto diretto e “personale” con le singole vigne e le singole botti, un filo invisibile ma importante che si auspica possa raggiungere ed “emozionare” il consumatore attraverso la bottiglia.
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Fréderic Savart è un vigneron talentuoso e dalle notevoli capacità tecniche, anche se a prima vista potrebbe essere scambiato per un musicista ribelle o per un poeta d’altri tempi. La sua cantina è posta nel villaggio di Ecueil, a pochi chilometri da Reims, luogo in cui nascono i suoi Champagne che lui stesso ama definire e descrivere come “vini in cui il vigneron è coinvolto, dove la tecnica e il savoir-faire sono al servizio di un’intenzione, di un’emozione e di una percezione”. Fréderic possiede 4 ettari vitati dove alleva e valorizza due varietà in particolare: pinot noir e chardonnay. -
Nessun’altra cantina italiana può vantare la storia, il prestigio, la visione della Marchesi Frescobaldi. Una famiglia fiorentina dedita da trenta generazioni e da ben 700 anni alla produzione di grandi vini, con il costante obiettivo di essere il più prestigioso produttore toscano. Una realtà che da sempre crede nel rispetto del territorio, punta sull'eccellenza delle proprie uve, investe in comunicazione e nella professionalità delle risorse umane senza mai dimenticare il rispetto della tradizione e l’apertura alla ricerca e alla sperimentazione.
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Cantina che non ha bisogno di presentazioni, tale è la sua storia e la sua fama, quella di Angelo Gaja è una griffe che ormai da decenni rappresenta il meglio non solo dei vini piemontesi, ma di tutto il Made in Italy se si parla di vino.
Angelo, insieme al costante supporto della moglie Lucia e dei figli Gaia, Rossana e Giovanni, è riuscito ad affermare l’azienda vinicola Gaja in tutto il mondo, grazie a un impegno e a una visione che hanno letteralmente plasmato non solo i vini Barbaresco e Nebbiolo, ma tutto il mercato enologico degli ultimi decenni. Nella cantina Gaja, situata nel centro storico del paese di Barbaresco, nascono vini che sono diventati di culto per ogni appassionato. -
Dall’intraprendenza e dal genio di Angelo Gaja nasce la cantina bolgherese Ca’ Marcanda: 100 ettari vitati immersi nello stupendo ambiente naturale nell’areale di Bolgheri. Giunto qui nel 1996 dopo estenuanti trattative con i precedenti proprietari del terreno (da cui il nome ‘Ca’ Marcanda’, cioè ‘mercanteggiamenti’, in piemontese), Gaja è riuscito in pochi anni, con ingenti investimenti e sforzi produttivi, a far diventare Ca’ Marcanda una delle firme imprescindibili di Bolgheri.
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L’impegno di trasformazione del vigneto e delle pratiche di cantina, assunto nel 1991 produce il suo primo frutto con la vendemmia del 1993. Il risultato ha prodotto un vino che nonostante la gioventù mostrava già al suo esordio tutte le potenzialità espressive di un gran vino. Il 1994 segna la nascita definitiva del Terra di Lavoro e la riuscita in questa avventura dell’Azienda Agricola Galardi.
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Situato a Nuits-Saint-Georges, comune francese che si trova nel dipartimento della Côte-d’Or della regione della Borgogna, Domaine Chicotot, con una superfice vitata che complessivamente arriva a coprire sette ettari, appartiene alla famiglia Chicotot da otto generazioni. Fondata nel 1678, l’azienda è gestita dai coniugi Georges e Pascale, l’uno borgognone e l’altra alsaziana, che insieme formano una coppia di veri viticoltori, oggi coadiuvata anche dal figlio Clément. Da sempre impegnato nella produzione di ottimi Pinot Noir, Domaine Chicotot è, prima di tutto, attento alle tradizioni e rispettoso al massimo del terroir.
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Fondata all’inizio del XX secolo nel villaggio di Morey-Saint-Denis, nel cuore della Côte de Nuits, tra Marsannay e Chambolle-Musigny, l’azienda è da sempre a conduzione familiare. Con la quinta generazione al timone, un nuovo vento soffia sul Domaine Georges Lignier.
Dal 2003, il nipote di Georges, Benoît Stehly, gestisce il domaine che si estende per 16 ettari con 17 appellazioni ripartite tra 50 parcelle, piantate principalmente a Pinot Nero.
Dopo importanti collaborazioni all’estero e con un importante bagaglio enologico, Benoît sta producendo eccellenti vini tra cui quattro Grand Cru. Una stella nascente da tener d’occhio!
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La cantina Giacomo Conterno costituisce un monumento all’enologia italiana, una tenuta considerata tra le massime interpreti del Barolo, celeberrimo vino rosso di cui ha contribuito fortemente all’affermazione mondiale. Le radici di questa importante realtà vinicola langarola affondano nel lontano ‘800, epoca in cui la famiglia Conterno già produceva vino nella zona del Barolo. Nel 1900 Giacomo Conterno fondò ufficialmente la cantina a Monforte d’Alba, in località Ornati, e negli anni ’20 iniziò a imbottigliare le prime bottiglie sotto la propria etichetta. L’eredità fu prima tramandata al figlio Giovanni e successivamente al nipote Roberto, oggi alla guida della tenuta. Il rigore, la passione e la precisione sono alcune delle qualità che hanno permesso alla famiglia Conterno di entrare di diritto nell’Olimpo mondiale dell’enologia.
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Claudio Fenocchio appartiene alla quinta generazione di vignaioli che dal 1864 si susseguono nella conduzione dell’azienda di famiglia. Claudio nasce in quella casa gialla che per lui è simbolo di tradizione, di storia, di attaccamento alla terra. Fin da piccolo aiuta il padre nel lavoro in vigna ed in cantina, il quale riesce a trasmettergli l’attaccamento alle tradizioni piemontesi e l’importanza del mantenerle vive. Nel 1989, causa scomparsa del padre, si ritrova ad assumersi tutte le responsabilità di un’azienda agricola, dai lavori nei vigneti, ai lavori in cantina a tutta la parte legata al commerciale.
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Caso più unico che raro: nessun altro vino italiano è riuscito a mettere tutti d’accordo quanto il celebratissimo “Es” di Gianfranco Fino, costantemente premiato da tutte le guide del settore. Un Primitivo di Manduria capace di affermarsi nella strettissima cerchia dei più grandi vini italiani in pochissimi anni.
L’avventura di Gianfranco inizia infatti solo nel 2004, con l’acquisto di un vecchio vigneto ad alberello di soli due ettari, poi portati a diciotto. “Un luogo speciale” - come ama definirlo lo stesso Gianfranco Fino - fatto di viti comprese tra i cinquanta e i novant’anni di età. -
NeI 1987 Gianni Brunelli, torna a Montalcino e riesce a coronare il sogno della sua famiglia, acquistando, infatti, l’azienda «Le Chiuse di Sotto», quella dove lavorava suo padre Dino. Ancora oggi, in suo ricordo, ha voluto mantenere una parte dei vigneti impiantati da suo padre nel 1947. L’azienda «Le Chiuse di Sotto» è situata nell’omonima località a nord di Montalcino. L’azienda è costituita da un unico corpo di 5 ettari, dei quali 2 sono coltivati a vigneto mentre i restanti due ettari e mezzo sono coltivati ad uliveto, da cui produciamo il nostro olio extra vergine di oliva, spremuto a freddo con macine in pietra. A metà degli anni ’90 Gianni e Laura, acquistano Podernovone. Situato sulle pendici sudorientali di Montalcino, è costituito da una proprietà di 10 ettari di cui quattro ettari e mezzo, coltivati a vigneto con Sangiovese e mezzo ettaro di Merlot, piantati nel 1997, il primo per il Brunello e Rosso di Montalcino, e l’ultimo per l’Amor Costante. Podernovone è composto di quattro vigneti, Olmo, Oliva, Quercia e Gelso.
L’azienda è gestita e diretta sotto tutti i profili tecnici ed organizzativi dalla stessa proprietaria, collaborando con personale interno e di famiglia. -
Giovanni Corino è una delle aziende più interessanti di Barolo condotta oggi da Giuliano insieme alla moglie Stefania: tradizione di famiglia, rispetto per l’ambiente e cru tra i più pregiati di La Morra con la presenza di rarissime vecchie vigne. La loro storia inizia nel 1952 quando il capostipite Giovanni affitta all’Annunziata i terreni del beneficio parrocchiale di La Morra. La svolta arriva negli anni ottanta con la decisione dei figli Giuliano e Renato di vinificare una parte delle proprie uve di dolcetto e nebbiolo da barolo. Seguendo l’esempio dell’amico Elio Altare si iniziano ad effettuare diradamenti in vigna per ottenere uve di qualità maggiore e ad investire in cantina con vasche per la fermentazione a temperatura controllata per migliorare i profumi del vino e le prime botti di rovere francese.
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Da oltre 100 anni la famiglia Rosso è proprietaria dei cru: Cerretta, La Serra, Broglio, Meriame, Sorano, Costa bella, Lirano e Damiano. All'inizio degli anni '80, Giovanni Rosso ristrutturò gran parte dei vigneti con sesti di impianto modernissimi, atti a produrre solo uva di grande qualità.
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È da oltre un secolo e mezzo che la famiglia Mascarello si occupa di vitivinicoltura, inizialmente conducendo una cascina appartenente alla marchesa Giulia Colbert Faletti di Barolo, e dalla fine del XIX secolo gestendo un’azienda propria a Pian della Polvere.
Oggi l’impresa di Castiglione Falletto può contare su un’estensione complessiva di oltre tredici ettari vitati, in cui l’approccio è rispettoso di ambiente, natura, biodiversità ed ecosistema, ed è tendente ai metodi biologici, per cui i trattamenti di sintesi sono limitati al massimo, e le concimazioni sono esclusivamente di natura organica. In vigna ogni scelta agronomica è attenta e oculata, mirata a mantenere in perfetto equilibrio ogni singola pianta. -
L'azienda di Giuseppe Rinaldi, scomparso all'età di 70 anni sul finire del 2018, è nata nel 1890 grazie a Battista Rinaldi che, da contadino vero e proprio, lavorava nelle vigne del Marchese Falletti di Barolo.
Divenuto poi proprietario di un piccolo podere, Battista iniziò a vendere l'uva prodotta e, con l'aiuto dei figli, avviò l'attività di vinificatore; da allora la tradizione famigliare dell'azienda si tramanda di padre in figlio, fino a Giuseppe e, oggi, sua figlia Marta, laureata in enologia alla scuola di Alba. -
La Maison Gosset propone cuvée di grandissima qualità, champagne potenti e vinosi, invecchiati a lungo ed elaborati essenzialmente con Pinot nero. La Grande Réserve, perfetta dimostrazione della maestria e dello stile della Maison, è uno champagne che evolve lungo note generose e golose. Il Grand Rosé dispiega invece note di piccoli frutti di bosco, distinguendosi per una perfetta unione tra freschezza e maturità. Il Blanc de Blancs è il culmine delle cuvée non millesimate della Maison, con la sua precisione e la sua notevole purezza. Per finire, la gamma Célèbris, punta di diamante della Maison, propone cuvée sempre più cesellate, intense e ricercate.
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Gosset è la più antica maison di vini della Champagne fondata, ad Aÿ, nel 1584 da Pierre Gosset.
Attualmente, la cantina ha sede ad Epernay, ma la filosofia è rimasta quella delle origini: senza rinunciare alle più moderne attrezzature enologiche, sono rispettate puntualmente le più antiche e radicate tradizioni locali.
Tra i filari, le scelte agronomiche sono oculate e attente, volte a mantenere inalterato l’equilibrio di ambiente, natura ed ecosistema, e allo stesso tempo finalizzate a mantenere le piante pienamente in salute. -
Protagonista assoluto del vino italiano e della sua storia recente, Francesco Gravner, meglio conosciuto come Josko Gravner, è un vignaiolo il cui nome è intimamente legato a quel Collio goriziano che lui stesso ha contribuito a rendere famoso nel mondo intero. Un percorso che inizia lontano, quando ancora adolescente Josko comincia a vinificare le uve dei vigneti piantati intorno a casa. L’utilizzo dell’acciaio prima, e della barrique poi, segnano una strada che attraversa buona parte degli anni ’80 e ’90, fino alla svolta e all’introduzione in cantina delle anfore provenienti dalla Georgia, da cui deriva il nome dei suoi vini.
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Guado al Melo è un’azienda famigliare che si trova fra le colline della DOC Bolgheri, vicine al mare, in Toscana. È gestita dalla famiglia Scienza con l’intendo è di produrre grandi vini di territorio, in modo artigianale e sostenibile, con uno sguardo al presente ma anche col recupero di antiche tradizioni.
Noi, Annalisa e Michele, abbiamo iniziato questo progetto di vita e lavoro nel 1999, poco meno che trentenni, con tanti sogni ma anche un grande bagaglio di esperienza personale e famigliare.
Guado al Melo comprende oggi 16,5 ettari di vigne in produzione, ricche di biodiversità. La cantina, nata da un progetto di bio-architettura, è completamente interrata. Ospita un interessante museo sulla storia e la cultura del vino, oltre che una grande biblioteca, raccolta in una vita di lavoro dal padre di Michele, il professore di viticoltura Attilio Scienza.
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Guido Marsella è stato uno dei pionieri della riscoperta e valorizzazione del Fiano di Avellino e del territorio di Summonte, oggi considerato come un cru che riesce a imprimere ai vini un timbro espressivo ben riconoscibile. Dopo un’esperienza come imprenditore edile per l’azienda di famiglia, Guido, innamorato della campagna, acquistò terreni nell’areale di Summonte, in Iripinia, e fondò la cantina nel 1995. Fu il primo produttore di Fiano a fare uscire sul mercato i vini un anno dopo la vendemmia, in stato di completa maturazione, inaugurando, con la sua scelta, una nuova strada, poi intrapresa da altri produttori. Oggi, forte di una lunga esperienza e di grandi riconoscimenti, Guido è arrivato addirittura ad aspettare due anni dalla vendemmia a fare uscire alcuni suoi vini, reinterpretando il territorio in chiave di complessità aromatica e longevità.
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Tramandata di padre in figlio sin dal 1892, la maison Guy Charlemagne è ora guidata da Philippe, che ha acquisito notorietà e reputazione inattaccabili, soprattutto sui suoi champagne haute gamme. La proprietà delle vigne è composta da 15 ettari ed è situata nel cuore della Côte des Blancs, precisamente a Le-Mesnil-sur-Oger e Oger. L’87% delle sue vigne è costituito da Chardonnay, il vitigno considerato il re di questa regione e classificato come Grand Cru proprio perché situato nei due villaggi sopra citati, villaggi che fanno parte dei soli 17 con un pieno rating del 100% sulla Échelle des crus. La restante parte delle sue vigne è completata dal Pinot Noir.
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La cantina Domaine Harmand Geoffroy
Gérard Harmand gestisce il domaine della famiglia Harmand-Geoffroy, la cui creazione risale al XIX secolo.
I vigneti lavorati si estendono per poco meno di 10 ettari nel comune di Gevrey-Chambertin, e per la maggior parte sono parcelle Premier e Grand cru.
Le viti sono relativamente vecchie (circa cinquanta anni fino ad alcune di oltre 80 anni) e la coltivazione è condotta in modo sostenibile.
Nessun uso di fertilizzanti chimici per permettere alla pianta di svolgere il naturale compito di autodifesa.
Per raggiungere una buona maturità procedono all'eliminazione dei giovani germogli indesiderati per meglio aerare le uve, un'elevata potatura viene effettuata al fine di ottenere una maggiore superficie fogliare.
Il principio di vinificazione pur rimanendo tradizionale evolve: 100% diraspatura, macerazione prefermentativa a freddo di circa 5 giorni, fermentazioni della durata da 15 a 21 giorni a seconda dell'annata.
L'invecchiamento del vino viene effettuato in botti di rovere, tra il 20% e il 40% di legno nuovo per i village ed i Premier Cru, il 90% per il Grand Cru, sottolineando il frutto e non il legno.
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Hartmann Donà è uno dei viticoltori più famosi e apprezzati dell’Alto Adige. Dopo aver completato gli studi universitari in enologia, dal 1994 al 2002 ha lavorato come enologo presso la cantina di Terlano, contribuendo a far crescere questa importante realtà altoatesina. Nel 2000 ha iniziato parallelamente a sviluppare un suo progetto personale per esprimere in modo più libero e completo la sua idea di vino e la sua ricerca enologica, sempre più orientata verso la purezza e l’espressione diretta delle caratteristiche peculiari di ogni singolo terroir. Da sempre legato al suo territorio, fin dall’infanzia ha vissuto tra i vigneti e ha assaporato le atmosfere della vita di campagna con i suoi ritmi legati al ciclo della vite, della vendemmia e delle vinificazioni. Un imprinting che ha segnato il suo destino con una sedimentazione di ricordi ed esperienze, che sono poi confluite nella sua attività.
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La Maison di Champagne Henri Giraud ha origini antichissime, e produce Champagne sin dalla prima metà del XVIII secolo. Situata ad Ay, nel cuore della Valle della Marna, è stata fondata dalla famiglia Hémart, ma è con l’unione tra Madeleine Hémart e Léon Giraud che l’attività, a partire dai primi anni del 1900, si è enormemente implementata.
Attualmente gestita dalla dodicesima generazione familiare, è guidata da Claude Giraud - per la verità coadiuvato dalla figlia Emmanuelle e dal genero enologo Sebastien le Golvet - conosciuto anche come colui che ha ideato il Fût de Chêne che, fermentato in piccole botti di rovere e nato in occasione dell’eccezionale annata del ’90, fa letteralmente impazzire gli amanti della categoria. Rispettando le storiche tradizioni, viene costantemente ricercata la migliore qualità, perseguendo quello che è ormai divenuto il motto aziendale: “piacere, maturità, territorio”. Privilegiando in particolare le uve di pinot noir provenienti da vigneti Grand Cru, vengono prodotte circa 260mila bottiglie annue, le quali si distinguono per un particolare impiego nell’uso del legno nelle diversi fasi della vinificazione, in quanto secondo Claude “anche le foreste hanno un terroir come le vigne”, e “non esistono grandi vini senza grandi legni”. -
Hugel & Fils, fondata nel 1639 nella pittoresca Colmar, in Francia, è ancora al 100% di proprietà familiare e gestito dalla 12a generazione consecutiva della famiglia.
La famiglia è proprietaria di 30 ettari di proprietà siti privilegiata a Riquewihr, per lo più classificati Grand Cru e acquista uve provenienti da altri 110 ettari coltivati sotto contratto. Le tenute Hugel sono piantati con solo le varietà di uva nobile Alsazia, con viti media 35 anni di età.
Medie di produzione Hugel 110.000 casi all'anno, dei quali viene esportato circa il 90% in più di 100 paesi nel mondo, dove "Alsace" è spesso sinonimo di "Hugel". -
In uno dei posti tra i più incantevoli della Campania, a Buccino, antica colonia romana evocata dagli storici romani per la coltivazione degli ulivi, la famiglia Isoldi coltiva nelle sue tenute gli olivi di varietà “carpellese” e “frantoio”, in accordo con le antiche tradizioni.
Nel 1933, dopo un breve soggiorno cilentano, Giuseppe Ungaretti scriveva: “ulivi, sempre ulivi! In mezzo sono ulivi, come pecore a frotta”. Come nel passato, le olive vengono raccolte scrupolosamente a mano nei mesi di ottobre e novembre, selezionate e lavorate poche ore dopo nel frantoio aziendale, che utilizza tecnologie di ultima generazione, per ottenere alcune selezioni di oli a tiratura limitata.
Dopo un periodo di naturale decantazione, l’olio viene imbottigliato non filtrato per mantenere inalterate nel tempo le originarie caratteristiche organolettiche. Il frantoio Isoldi produce due differenti oli extravergine oltre ai numerosi oli aromatizzati: Aureo, e olio del Re denocciolato, tutti e due caratterizzati da una bassa acidità (mai superiore a 0,20% all’origine). Il primo di colore verde con riflessi dorati, si riconosce per il suo particolare gusto dolce, dal sapore pieno e dal retrogusto vivace. Indicato in tutte le diete ed è ideale per tutte le pietanze.
Comunemente l’olio extravergine d’oliva si ottiene dalla frangitura dell’oliva con il nocciolo. Così facendo, avvengono delle commistioni tra nocciolo e polpa che conferiscono determinate caratteristiche al prodotto finale.
Recentemente, grazie alle nuove tecniche ed alla ricerca, è stata resa possibile la tecnica della denocciolatura che consente l’estrazione dell’olio dalla solo polpa dell’oliva. Questo particolare olio ha il pregio di avere una bassissima acidità ed una alta resistenza all’ossidazione, grazie alla eliminazione del nocciolo dal processo estrattivo.
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Dalle vigne, sullo sfondo, sono le torri della città di Siena che incorniciano uno scenario unico, in cui incontriamo quella che rientra di diritto tra le più importanti realtà vitivinicole di tutto Montalcino: Il Marroneto.
Siamo nell’areale settentrionale della denominazione, a circa 350 metri di altitudine sul livello del mare, non distanti dalla cinta muraria del paese: è qui dove nel 1974 tutto ha avuto inizio, con Giuseppe Mori che ha piantato i primi 3mila metri di vigneto, che sono raddoppiati nel 1979, per poi essere aggiunti degli ultimi 9mila metri nel 1984. -
Se volessimo provare a fare un elenco di quelle che sono le cantine che nel corso degli ultimi decenni hanno elevato il Chianti Classico al rango di grandissimo territorio del vino italiano, non potremmo evitare di parlare di Isole e Olena. Il lavoro portato avanti nel corso di tutto questo tempo da Paolo De Marchi non ha infatti eguali, non solo per la qualità di tutti i suoi vini, ma anche e soprattutto per la loro straordinaria aderenza territoriale.
Una storia che inizia in Piemonte e che continua in Toscana, con l'acquisto della tenuta all'inizio degli anni ottanta. Un percorso perfettamente esemplificato da vini che ricalcano mirabilmente tradizione e modernità, dal Chianti Classico al grande “Cepparello”, uno dei più rappresentativi Sangiovese di Toscana, dal Syrah al Cabernet Sauvignon della celebratissima ""Collezione De Marchi"". -
JEAN MOREAU
Jean Joseph Moreau, giovane bottaio, aprì un negozio in Chablis nel 1814 e sposò la figlia di un produttore di vini locale: è nata così l’azienda che, da due secoli, è un riferimento nello Chablis. La famiglia Moreau, che gestisce la più antica cantina della regione, possiede oggi 300 parcelle di vigne in cui, con audacia e senza compromessi, si sfida un terroir ostile, cercando l'esaltazione massima dello chardonnay. -
JERMANN
Inizia negli anni ’70 la bella storia di Silvio Jermann, fatta di un percorso che nell'arco di un trentennio ha portato i suoi vini a essere conosciuti e apprezzati in Italia e in tutto il mondo. La sua famiglia, proprietaria di molti dei terreni ancora oggi in uso, si stabilisce nel Collio alla fine dell’Ottocento. La svolta però arriva quando un giovane Silvio prende in mano le redini dell'azienda, e grazie anche ai tanti insegnamenti appresi durante gli studi di enologia e durante le esperienze all'estero, comincia a produrre vini moderni e di grande personalità, gli stessi che conosciamo ancora oggi.
Da qui è nata la cantina Jermann, realtà che può contare attualmente su oltre centotrenta ettari di vigneto, e che soprattutto dialoga ogni giorno con il mondo, mantenendo però l’attenzione sempre puntata sulle cose concrete da cui far nascere grandi vini. L’amore per la terra è infatti la pietra miliare di questa azienda agricola, grande perla del Collio, rinomata per i suoi eccezionali bianchi ma anche per i suoi rossi robusti e tradizionali. -
L'ottobre 2015 ha visto tragicamente la morte di Philippe Roty all'età ridicolmente precoce di 46 anni, poco più di un decennio da quando è subentrato a suo padre, l'omonimo Joseph. Il Domaine continua ad essere supervisionato da Madame Roty, vedova di Joseph, mentre PierreJean, fratello di Philippe, assumerà un ruolo più centrale e continuerà nei vigneti come in precedenza. Sempre in secondo piano, Pierre-Jean è stato felice di lasciare che Philippe si occupasse della casa, anche se durante la vendemmia è stato coinvolto nelle decisioni chiave della vinificazione da molti anni. Un periodo di dieci minuti in vigna con Pierre-Jean è come una lezione magistrale di allevamento dei vigneti: affascinante e, in vero stile Roty, meravigliosamente con i piedi per terra senza che si lasci andare a mode passeggere e tecniche non provate. Quando abbiamo visitato all'inizio di dicembre, Pierre-Jean ha fatto molta fatica a sottolineare che nulla è cambiato, né cambierà: Domaine Joseph Roty è uno sforzo familiare e la famiglia rimane forte, anche se con volti diversi.
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Il Domaine Joseph Voillot è nato a fine Ottocento, e dal 1995 è gestito da Jean-Pierre Charlot, ex courtier e professore di enologia al Lycée Viticole di Beaune e genero di Joseph Voillot. I circa 10 ettari di vigneti della tenuta si trovano nei comuni di Volnay, Pommard, Meursault e Beaune, vera e propria patria del Pinot Nero.
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Sinonimo dell'eleganza e del fascino delle bollicine, la maison Krug è una delle più importanti e conosciute realtà produttive di Champagne nel mondo. L'origine del marchio risale al 1843, quando Joseph Krug fondò la sua casa produttrice, rinunciando a una gloriosa carriera che sembrava oramai consolidata presso Jacquesson, considerata ai tempi come la più quotata e importante maison della Francia. Joseph era un giovane tedesco trasferitosi dalla Renania a Parigi in cerca di fortuna; qui aveva trovato impiego presso la più prestigiosa compagnia di Champagne e ne era presto divenuto socio, entrando a far parte della famiglia Jacquesson attraverso il matrimonio con una signora della famiglia governante. La decisione ardua di fondare una nuova cantina con sede a Reims fu dettata dal desiderio di poter creare lo Champagne migliore al mondo e di poter portare la sua impronta e la sua idea nei processi produttivi, cosa che a Joseph non era stata ancora concessa nella sua carriera. Così con la tutta la sua ambizione e ossessione verso il competitivo mondo delle bollicine francesi, Joseph, aiutato dall'amico mercante Hippolyte de Vivès, iniziò a creare una riserva di vini, ognuno realizzato con uve provenienti da un appezzamento distinto e dotato di un carattere ben definito. Infatti alla base della sua scelta c’era anche l’idea di ridare visibilità ai sans année, a discapito dei millesimé che spopolavano in quegli anni. Così la sua linea fu divisa in due linee: i non millesimati, frutto dell’abilità di assemblaggio dello chef de cave, e i millesimati, risultato invece di quello che regalava la natura in quell’anno. Il resto della storia è fatta di successi crescenti che portarono la cantina a diventare un monumento dello Champagne.
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La fattoria La Massa sorge nella celebre zona del Chianti Classico, a Panzano, nella Conca d'Oro. I 27 ettari di vigneto, risalenti al XV° secolo, vantano terreni argillosi e calcarei, particolarmente ricchi di scisti, che conferiscono al vino la grande mineralità che contraddistingue questa cantina. L'attuale proprietario, Giampaolo Motta, ha acquistato la proprietà nel 1992 dopo aver accumulato diversi anni di esperienza in importanti e solide cantine del Chianti.
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Cantina di primissimo piano delle Langhe e dell’astigiano, La Spinetta nasce nel 1977 grazie allo spirito di iniziativa di Giuseppe e Lidia Rivetti. La storia della cantina ha però inizio molto prima, nel 1890, quando Giovanni Rivetti lascia il Piemonte per emigrare in Argentina. Come molti italiani di quell'epoca il suo sogno è quello di trovare fortuna e di ritornare successivamente in patria per diventare un grande produttore di vino.
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Le Macchiole nasce a Bolgheri nel 1983, quando il posto era ancora semplicemente un luogo di villeggiatura ai confini del tempo, tra borghi, ulivi, vigneti e uno splendido mare. Tra le prime aziende che ha creduto nel territorio di Bolgheri, nelle potenzialità di vini monovarietali, e nei vigneti biologici in queste zone non tradizionalmente vocate a una viticoltura naturale, l’azienda è oggi un brand di portata internazionale, guidata da Cinzia Merli, che ha fondato l’impresa con il marito Eugenio Campolmi, prematuramente scomparso. Nel 1987 vengono prodotte le prime bottiglie, ma saranno gli anni ’90 a rivelarsi decisivi per la definizione dell’azienda. In quel periodo i proprietari acquisiscono una maggiore consapevolezza del territorio a disposizione, con l’introduzione di impianti ad alta densità e soprattutto con la decisione innovativa e rischiosa di produrre vini monovarietali.
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L’Azienda Agricola Le Ragnaie si estende su una superficie di 28 ettari nel comune di Montalcino, in provincia di Siena. I nostri terreni sono coltivati a vigneto e uliveto, seguendo i dettami della Agricoltura biologica*, e sono dislocati in tre distinte zone del comprensorio di Montalcino consentendoci di vinificare uve provenienti da tre diversi terroir: Le Ragnaie:nella zona centrale di Montalcino, i vigneti più elevati di tutto il comprensorio; Petroso:lungo la strada di Scarnacuoia a ridosso del paese di Montalcino, una della zone a più antica vocazione vinicola; Castelnuovo dell’Abate:nella parte sud est del comprensorio di fronte al Monte Amiata.
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E’ Maurice Lignier l’artefice del successo del Domaine Lignier Michelot, quando negli anni Sessanta inizia a coltivare la vite sui campi ereditati dal padre. Da allora questo Domaine è cresciuto per qualità produttiva in maniera esponenziale, tanto che negli anni Settanta, incoraggiato dalla moglie Renée Michelot, Maurice acquista e reimpianta un ettaro e mezzo di vigna a Morey Saint Denis “En la rue de Vergy”, riconosciuto oggi come uno dei migliori Cru della zona.
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L’azienda agraria Lisini si estende su una superficie di oltre 150 ettari, che si trovano nell’area meridionale del territorio del comune di Montalcino e appartengono alla famiglia Lisini sin dal XVI secolo.
Siamo ovviamente in Toscana, in provincia di Siena. I vigneti occupano circa 24 ettari, ma soprattutto godono di un’ottima esposizione e di un microclima aperto alle correnti marine della maremma e caratterizzato da poche precipitazioni piovose, nonché da altrettanto rare nebbie, per cui le uve di sangiovese prodotte raggiungono un’eccellenza e una qualità uniche. -
È facile intuire come la storia di Livio Felluga e del suo vino si intrecci con la storia di quella particolare terra che circonda l’estremo nord est dell’Adriatico, il punto di contatto fra il Mediterraneo e l’Europa centrale. Storia di confini più volte cambiati, imperi scomparsi, guerre passate... di genti che qui si sono fermate. È la storia di un uomo che ha attraversato due guerre mondiali, è vissuto nell’Impero Austroungarico prima e nel giovane Regno d’Italia poi, ha abitato sulla costa rocciosa della penisola istriana e nella Grado lagunare.Livio Felluga si trasferì in Friuli alla fine degli anni ’30, per stabilirsi sui dolci contrafforti delle colline di Rosazzo. Il suo sogno di produrre vino di collina fu interrotto dal richiamo al fronte.Come se non bastasse, il ritorno in Italia non fu facile per i reduci della Seconda Guerra Mondiale: i confini fisici, politici ed etnici erano cambiati, stravolti per sempre, come lo stesso paesaggio agricolo e sociale della collina. La popolazione contadina se ne stava andando, impoverendo ulteriormente la terra e abbandonando colture, valori e tradizioni ad essa legati.Livio Felluga dovette intraprendere una nuova battaglia per far risorgere la collina, convinto che solo la rinascita della coltivazione di qualità potesse riportare la vita nella campagna friulana.Con grande coraggio cominciò a restaurare gli antichi vigneti di Rosazzo ed impiantarne di nuovi, introducendo idee e metodi innovativi.Un lavoro duro, intrapreso con grande caparbietà e passione che lo porterà nel corso degli anni a creare una delle più belle e significative realtà aziendali del Belpaese, acquisendo a pieno diritto il titolo di rifondatore della tradizione viticola friulana e attore di riferimento del rinascimento enologico italiano.
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Una storia ormai lunga oltre cinquant'anni che ha portato certamente lontano il suo protagonista: Dorino Livon, fino a renderlo uno dei più affermati e conosciuti viticoltori friulani. Una storia, comunque, che affonda le sue origini in una passione e in una tradizione di famiglia: l'amore per la propria terra, il Friuli, in particolare per quel lembo estremo che rappresenta l'ultimo baluardo d'Italia verso l'Europa orientale: il Collio e i Colli Orientali del Friuli. Nel 1964 Dorino Livon acquista il primo appezzamento sulle colline del Collio e a quello, un poco alla volta, ne aggiunge altri. Cresce così, anno dopo anno, l'Azienda agricola Livon.
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Una delle ultime cantine della regione francese dello Champagne a essere ancora di proprietà della stessa famiglia che l'ha fondata, nel lontano 1776 a Reims, è quella di Louis Roederer. La cantina ha ottenuto il suo attuale nome nel 1883, quando proprio Louis Roederer ha ereditato l'azienda dallo zio, rimodellandola a sua immagine e somiglianza. Mentre altri acquistavano l'uva, Louis ha puntato tutto sul lavoro in vigna, comprando i migliori appezzamenti vitati, convinto fino in fondo che la quintessenza di un grande vino risiedesse nella terra, e di conseguenza tracciando il destino della Maison che da allora porterà il suo nome.
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L’azienda vitivinicola Sandrone è nata sul finire degli anni ’70, nel 1978 per l’esattezza, ed è stata fondata dalla famiglia Sandrone con l’obiettivo di produrre vini che potessero tradurre in bottiglia la migliore espressione del vitigno nebbiolo, allevato nel favoloso e unico terroir delle Langhe piemontesi.
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Luigi Tecce è un vignaiolo colto e spontaneo: non è abituato a seguire gli schemi e mette nel suo vino poesia e colore. Ha preso le redini dell'azienda agricola di famiglia nel 1997, a seguito della morte improvvisa del padre. I vigneti di proprietà sono ubicati a Paternopoli, zona della famosa DOCG della Campania "Taurasi".
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Al centro del paese di La Morra si trova la pluricentenaria cantina Marcarini: la produzione vitivinicola di questa famiglia ebbe inizio a partire dalla seconda metà del 1800. In principio il vino prodotto venne destinato all’autoconsumo e ad una ristretta cerchia di amici; fu all’inizio degli anni Sessanta del '900 che il notaio Giuseppe Marcarini decise di commercializzare i suoi vini dando così inizio all’attuale azienda. Nel 1996 l’azienda ha acquistato una cascina a Neviglie trasformata poi in agriturismo, podere circondato da vigneti, che vanno così ad aggiungersi ai loro bellissimi appezzamenti storici nelle Brunate e a La Serra. La gestione dell'azienda è passata negli anni ad Anna Marcarini Bava, e attualmente è nelle mani del genero Manuel Marchetti e dei figli Andrea, Chiara ed Elisa. Una storia fatta di scelte intelligenti e di fatica, di tecnica e di intuizioni; una storia vissuta lontano dai clamori: una storia per tutti gli appassionati delle cose fatte per bene, per gli amici.
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Nessun altro gruppo del vino italiano può vantare la storia e il blasone degli Antinori, in Toscana. La Famiglia Antinori si dedica infatti alla produzione vitivinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell'Arte Fiorentina dei Vinattieri. In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia degli Antinori ha sempre gestito direttamente questa attività, intraprendendo scelte innovative e talvolta coraggiose, e sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio. Oggi la società è diretta dal Marchese Piero Antinori, con il supporto delle tre figlie Albiera, Allegra e Alessia, tutte coinvolte in prima persona nelle attività aziendali.
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Nel cuore delle Langhe, protette da dolci colline, si trovano le Cantine dei Marchesi di Barolo, la cui storia ha inizio più di due secoli fa, più precisamente nel 1807, quando Carlo Tancredi Falletti sposò la nobildonna francese Juliette Colbert di Maulévrier. Quest’ultima fu la prima che comprese le potenzialità del vitigno nebbiolo, per il quale fece realizzare magnifiche cantine, per consentirne la completa fermentazione e l’affinamento in grandi botti di rovere pregiato.
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Marie Noëlle Ledru, una “viticultrice” come lei stessa ama essere considerata, è riuscita a sopportare anni di continui cambiamenti, stilistici e di mercato con il valore assoluto dei suoi Champagne, dall’identità sempre forte e coerente.
I suoi possedimenti sono situati nel cuore del Pinot Nero: il village Grand Cru di Ambonnay e a Bouzy, a sud della Montagne di Reims.
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Era esattamente il 1980, l’anno in cui Andrea Ferraioli regala come dono di nozze alla futura sposa le piccole vigne che egli aveva ereditato dal padre. Nasce in questa maniera la cantina “Marisa Cuomo”, e con essa inizia una storia fatta d’amore, di passione e di infinito lavoro, che in trent’anni ha portato gli stessi Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo davvero lontani, fino a toccare l’olimpo dei migliori bianchi al mondo.
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Per noi è importante che ogni bottiglia rispecchi l’annata nella quale è stata prodotta e che l’attenzione con la quale
curiamo la salubrità della vigna, sia la stessa che poniamo nella tutela del nostro ambiente di vita quotidiano.
La nostra firma è pertanto una concreta realtà che sigla ogni singola bottiglia Maso Martis. -
Azienda vitivinicola nata a Serralunga d’Alba nel 1896 per mano di Giovanni Massolino, quella di Massolino è una cantina che si è sviluppata particolarmente negli anni ‘30, quando il figlio dello stesso Giovanni, Giuseppe, insieme alla moglie Angela, scelse di estendere la proprietà.
Nel 1934 fu proprio Giuseppe a diventare socio fondatore del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco, e successivamente, sul finire degli anni Ottanta, sono stati Franco e Roberto Massolino che, appartenenti alla quarta generazione familiare, hanno impresso un ulteriore slancio all’azienda, acquistando importanti e prestigiosi cru, i quali oggi costituiscono l’anima della cantina: Margheria, Parafada e Vigna Rionda. -
Siamo nati e cresciuti sulle colline del Barolo, il vino di cui ci siamo innamorati e a cui abbiamo dedicato la nostra vita e le nostre passioni.
La storia della nostra famiglia è profondamente legata a La Morra e alle radici contadine di questo spicchio di Langa, che in pochi decenni ha saputo reinventarsi, scoprendo una vocazione internazionale.
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Quella dei Marchesi Mazzei è una famiglia che può vantare un’ineguagliabile eredità immersa nella tradizione vitivinicola toscana. La loro è infatti una storia che inizia molti secoli fa, nel borgo medievale di Castello di Fonterutoli, e che prosegue da ben 24 generazioni. Un borgo, quello di Fonterutoli, che si affaccia sulla Val d’Elsa, e che appartenendo dal 1435 alla famiglia Mazzei, conserva ancora oggi il suo aspetto originario di tranquillo borgo di campagna: poche case, la chiesa di San Miniato e la villa costruita alla fine del 1500 al posto del castello fortificato.
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L’azienda Miani è a Buttrio, nei Colli Orientali del Friuli, zona vocata per la viticoltura.
Dai 10 ettari iniziali ora siamo a 20, suddivisi fra Buttrio, Rosazzo e Corno di Rosazzo. Sono vigneti in collina, posti fra i 150 e i 300 metri sul livello del mare. Il terreno è composto da marne, la “ponca in friulano”. Il tipo di allevamento è Guyot, ci sono viti più giovani ma anche storiche. Mediamente produco 20 mila bottiglie.I vitigni sono Friulano, Ribolla Gialla, Chardonnay e Sauvignon per i bianchi; Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e l’autoctono Refosco dal peduncolo rosso per i rossi.
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“Una filosofia secondo la quale i vigneti vengono condotti rispettando al massimo il terroir e l’equilibrio dell’ecosistema, per arrivare a produrre vini che si possono riassumere solamente con due termini: pazienza e audacia”. È questo che, più o meno, sentirete dire in breve da Michel Chapoutier, nel momento in cui gli chiederete di descrivere con poche parole la sua maison.
Già agli inizi del XIX secolo, nel 1808 per la precisione, un lontano antenato della famiglia Chapoutier cominciò ad acquistare i primi vigneti nella Valle del Rodano, dando di fatto il via all’attività vitivinicola.
Oggi, a distanza di oltre due secoli, è Michel Chapoutier, da sempre appassionato di vino e autodidatta del settore, colui che regge saldamente le redini dell’azienda di famiglia, applicando le norme della filosofia biodinamica, e cercando quindi di rispettare la sua terra, la natura, l’ambiente e l’ecosistema, così da esaltare le peculiarità intrinseche delle uve e di conseguenza portarle direttamente nel bicchiere. -
La storia di Michele Perillo ci racconta della antica cultura del meridione , e qui a Castelfranci , la famiglia Perillo si è da sempre dedicata alla coltivazione della terra. Fu nonno Michele , in contrada Baiano a piantare le prime viti.
Passata la guerra, il Sud si impoverì, le campagne furono abbandonate e tutti trovarono un impiego nelle fabbriche del Nord, nella Ferrero. Ma a Michele tutto ciò andava stretto. Ritornato al paese acquistò la prima vigna e dovo un periodo dedicato a produrre uve conto terzi ; nel 1999 abbiamo la prima vendemmia.
L'azienda Agricola di Michele Perillo sorge a Castelfranci, in provincia di Avellino, in Irpinia, la patria del Taurasi.
La tenuta si snoda lungo pendii collinari a 500 metri s.l.m, in alcuni troviamo perfino viti centenarie; altri con uno specifico clone di aglianico a “coda di cavallo”, dalla particolare buccia molto resistente e dal colore blu intenso.
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Nel comune di Fumane, sul crinale che dal paese di Bure (220 m slm) raggiunge l’abitato di Mazzurega (430 m slm) da cinque generazioni la famiglia Ragno conduce direttamente il proprio fondo, coltivando e vinificando le proprie uve. Produce inoltre ciliegie e olive, ricavando da quest’ultime un olio pregiato. Nei primi decenni del ventesimo secolo offriva direttamente il proprio vino a due rinomate osterie in Verona.
I vigneti, 6-7 ha circa, sono in piena esposizione su terreni di matrice povera, ideale per la coltivazione della vite, inframmezzati da numerosi e caratteristici muretti a secco, le marogne, con tipica sistemazione a pergola semplice che consente al meglio l’insolazione e le operazioni colturali. Intervallati vi sono filari di olivi e ciliegie che a fine marzo, con la fioritura, regalano un panorama mozzafiato.
L’azienda MONTE DEI RAGNI nasce su terreni di proprietà della famiglia Ragno.
Prende il nome dalla collina ove è ubicata, in conseguenza al fatto che sul catasto storico redatto durante la dominazione austriaca venne così nominata.Tra i principali artefici dell’azienda vi fù Ragno Santo il quale, già all’inizio del 1900 seppe intuire l’importanza dell’ uva per questa terra indirizzando sempre più l’ azienda in questa coltivazione. In continua evoluzione, nella prima metà dello stesso secolo si ampliò con terreni in località Mazzurega, poco più a nord, subito piantati a viti, ciliegi e ulivi e di quelle migliorie vi è traccia ancora oggi.
Una vecchia stradina fra due muri di sasso porta all’azienda, in località Marega, storica contrada datata 1450. Nata come guarnigione della vicina Villa della Torre è poi diventata azienda agricola, restando tale fino ai giorni nostri.
La coltivazione della vite e la trasformazione in vino, dando in questa fascia pedecollinare il meglio di sé, ha qui origini antichissime.
Operiamo ora in campo con scelte innovative, piantando oltre 5000 ceppi per ettaro, vitigni autoctoni di alta qualità, con un attento controllo della carica di gemme in fase di potatura e pratiche colturali come la lavorazione della terra sul filare, il diradamento e l’esporre i grappoli all’aria. Con la meticolosa cura che poniamo in campo per la vite operiamo anche in cantina con pigiature soffici pressature morbide, un sapiente uso dei legni e la quasi totale esclusione di sistemi di pompaggio meccanici, coadiuvati dagli enologi Fabio Bigolin e Umberto Menini, incontro di esperienza e passione che ci accomuna. -
Cantina mitica, che non ha bisogno di presentazioni, quella di Montevertine è realtà che forse più di ogni altra in Toscana è sinonimo di sangiovese e di tradizione. Una cantina che nasce alla fine degli anni 60 nel cuore del Chianti Classico, poco lontano da Radda in Chianti, grazie all’intuizione di Sergio Manetti, allora industriale siderurgico. Al restauro della casa seguì infatti il primo impianto, due ettari di vigneto affiancati da una piccola cantina, e l’idea di produrre un po' di vino per gli amici. Visto però il successo della prima annata prodotta, quella del 1971, Sergio decise di abbandonare la sua attività e dedicarsi interamente alla produzione del vino, affiancato in cantina da quello che è considerato il più grande e preparato conoscitore del sangiovese, l’indimenticato Giulio Gambelli.
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Negli anni ’80, la voglia di sperimentare ha spinto un gruppo di amici appassionati di vino a fondare un’azienda vitivinicola in Campania, nella cui gestione Silvia Imparato, ex fotografa, è stata affiancata da Riccardo Cotarella, oggi rinomato enologo di fama nazionale e internazionale. Era precisamente il 1983 l’anno in cui venne avviato il progetto della cantina Montevetrano, che sei anni più tardi darà come frutto la prima annata dell’omonimo vino, il “Montevetrano”, Colli di Salerno IGT ormai famoso blend campano, che riunisce le varietà vitate internazionali del cabernet sauvignon e del merlot, con quella autoctona dell’aglianico.
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Giovanni Ascione, famoso giornalista e assaggiatore con l'anima del vigneron è entrato relativamente da poco tempo nel mondo vitivinicolo eppure il suo “Sabbie di Sopra” si può già annoverare tra i migliori vini campani. Una storia di successo che racconta dell'amore per la sua terra, di sacrifici, dedizione e determinazione.
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Nicolas Rouget Nella discendenza di suo padre Emmanuel Rouget, Nicolas Rouget produce vini di alta qualità con notevole precisione. Con sede nella regione della Côte de Nuits in Borgogna, nel villaggio di Flagey-Echezeaux, Emmanuel gestisce gli appezzamenti della piccola tenuta di famiglia.
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La cantina di Arianna Occhipinti, una delle più autentiche e celebri donne del vino in Italia, ha sede a Vittoria, in provincia di Ragusa, nella ormai famosa Strada Provinciale 68. La sua storia di vigniaiola cominciò molto presto, quando cioè, dopo un diploma in Agricoltura ed Enologia ottenuto a Milano, decise di ritornare nella sua amatissima Sicilia, decisa a produrre vini di alta qualità nel rispetto delle antiche tradizioni. Nel 2004 acquista un ettaro di terra, alle falde dei monti Iblei, vicino a Vittoria, ed impianta il suo primo vigneto. Oggi il podere si è allargato a 30 ettari tra vigneti e frutteti e comprende, in contrada Fossa di Lupo e Piraino, suggestivi appezzamenti suddivisi dai tradizionali muretti a secco, dove si coltivano i vitigni tipici della zona: il Frappato, il Nero d’Avola e lo Zibibbo.
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La filosofia di Olivier Leflaive è quella di produrre semplicemente ottimi vini. Non ci sono segreti per questo: tutto inizia in vigna con una buona uva. Olivier, Franck e il loro team sono fortunati ad avere forti rapporti con alcuni dei migliori viticoltori della Côte, persone che coltivano le loro viti con cura e attenzione.
Sebbene la qualità del raccolto sia fondamentale, anche la vinificazione e l'invecchiamento giocano un ruolo importante nel far emergere l'essenza di ciascuna denominazione. Franck Grux e Philippe Grillet si impegnano quotidianamente per garantire la qualità dei vini e il rispetto del terroir. Pertanto, l'approccio dell'azienda consiste nel trattare ogni cuvée individualmente.
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Fu nel 1981 che il marchese Lodovico Antinori, cugino di Piero Antinori, fondò la Tenuta Ornellaia, nel cuore dell’areale di Bolgheri, a pochi chilometri dalla costa mediterranea.
Con la prima vendemmia del 1985 nacque così quello che diventerà un'icona tra i SuperTuscan: l'“Ornellaia”, messo in commercio tre anni dopo, nel 1988. Con l'inaugurazione dell’azienda, l'enologo di fama mondiale, Michel Rolland, inizia a occuparsi della parte tecnica di cantina. Successivamente, negli anni ‘90 nascono le altre due etichette: "Le Volte" e "Le Serre Nuove".
Agli inizi del 2000, Robert Mondavi, il grande produttore californiano, acquisisce la Tenuta, cedendone poi il 50% alla Marchesi de' Frescobaldi, che acquisterà l'altro 50% solo tre anni più tardi. La fine degli anni 2000 vede anche la nascita dell'etichetta "Poggio alle Gazze", che sarà seguito dal selezionatissimo vino da vendemmia tardiva "Ornus", ottenuto da uve di petit manseng lavorate in purezza.
Una cantina mitica, quindi, alla quale va il merito di aver scritto la storia di Bolgheri. Con quasi cento ettari vitati, ai quali se ne aggiungono altri tredici in affitto, alla Tenuta Ornellaia ci si focalizza da sempre su un solo e unico obiettivo: la qualità. Tutte le decisioni, tutte le scelte, tengono conto di ogni minimo e più piccolo dettaglio, e dalla vigna all’imbottigliamento finale, non sono ammesse scorciatoie. Durante la vendemmia, vengono selezionati e raccolti solamente i grappoli più pregiati ed equilibrati, successivamente in cantina lavorati in maniera separata, in base al cru di provenienza. Poi un anno di riposo in botte, e a seguire la composizione del blend: tutto è volto a esaltare ogni più piccola sfumatura del terroir, e a valorizzare l’espressione di ogni singola annata, sempre nel rispetto della continuità di quello che può essere considerato lo “stile Ornellaia”, sinonimo di esperienza, competenza e determinazione, che al calice si traducono in vini rossi di complessità ed eleganza difficilmente eguagliabili. -
Tutto ebbe origine nel lontano 1886 quando Paolo Conterno fondò la casa della Ginestra, dedicandosi alla coltivazione del Nebbiolo, della Barbera e del Dolcetto. Infaticabile lavoratore e mente di grandi intuizioni, destinò alla coltivazione le parti della collina Ginestra più favorevoli suddividendole per tipologia, esposizione e terreno. Comprese in tempi così precoci l’esistenza di un mercato di estimatori per le produzioni di qualità superiore e iniziò a commercializzare il proprio vino, vinificato personalmente nella propria cantina, in fusti di legno. Susseguirono a Paolo il figlio Carlo e sua moglie Giuseppina, in seguito Paolo e Caterina Conterno e oggi a condurre l’azienda è il figlio Giorgio. Da quattro generazioni la famiglia Conterno si tramanda la passione per la viticoltura.
Come in passato, ognuno di noi dà il proprio contributo curando i vigneti con scrupolo e dedizione, coinvolgendo le generazioni successive. Un tempo ci si affidava ai pochi mezzi di cui si disponeva, alla perseveranza e alla caparbietà. Oggi la tecnologia ci aiuta a risparmiare le fatiche di allora e, grazie anche all’esperienza accumulata di generazione in generazione, ci consente di operare al meglio e di trarre dal nostro lavoro grandi soddisfazioni e sempre nuovi stimoli.
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Paolo Scavino è una cantina storica nella regione del Barolo. Nasce nel 1921 a Castiglione Falletto da Lorenzo Scavino e suo figlio Paolo. L'agricoltura è sempre stata una tradizione e passione di famiglia. Enrico Scavino insieme alle figlie Enrica ed Elisa, quarta generazione, gestiscono la Tenuta di famiglia. Ha iniziato a lavorare a tempo pieno in cantina nel 1951 all'età di 10 anni.
Un giovane vignaiolo che ha ereditato la passione e la devozione per la terra a cui appartiene. In oltre 60 anni di esperienza il suo obiettivo è stato quello di investire su importanti cru di Nebbiolo per mostrare l'unicità di ogni terroir. Il loro lavoro è ispirato dall'amore e dal rispetto che hanno per il loro territorio e perseguono purezza di espressione, complessità ed eleganza per i loro vini dalle tre uve locali Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. Questi valori e questa cultura sono stati portati avanti e non sono mai cambiati.
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L'azienda prende il nome da Manfredi Martini (esperto agricoltore, nato a Montalcino nel 1914) e dal podere "Il Paradiso", abitazione contadina costruita agli inizi dell'800. Intorno al 1950 Manfredi e la moglie Fortunata, anche lei esperta agricoltrice, acquistano il podere "Il Paradiso". Nel 1967 Manfredi insieme ad agricoltori e produttori fondano il Consorzio del Brunello di Montalcino. Oggi continuiamo a produrre vino provando a guardare con responsabilità alla tradizione, alla storia e alla tipicità vitivinicola del territorio di Montalcino.
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Pascal Cotat possiede un piccolo domaine a Sancerre, dalla produzione tradizionale e piuttosto limitata ma tra le più importanti e autorevoli della zona. I vigneti principali del domaine sono entrambi situati sul terroir di Chavignol, ad est di Sancerre e coltivati a Sauvignon Blanc, vitigno autoctono della regione nord-orientale della Loira, che in questi luoghi raggiunge l'eccellenza.
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Vignaiolo dal 1982, Pascal è ulla guida dell'azienda familiare Doquet Jeanmaire dal 1995 al 2003. Diventa indipendente dal 2004 quando rileva l'azienda dalle sue sorelle. Quindi approfondisce la ricerca e la sperimentazione di metodi culturali sani e rispettosi del territorio e del consumatore.
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La cantina Michele Perillo sorge a Castelfranci, in provincia di Avellino, nel cuore dell’Irpinia, zona d’eccellenza vitivinicola per la produzione del Taurasi. Michele è un vero e proprio vigneron: trascorre l’intera giornata tra vigna e cantina, con l’aiuto di sua moglie Annamaria Romano e del figlio Felice.
Il vigneto di Michele Perillo si estende per 5 ettari tra i territori di Castelfranci e Montemarano a 600 metri di altitudine e gode di una buona esposizione e di un’importante escursione termica. Le viti sono impiantate su suoli tufacei, ricchi di argilla e silice, e sono allevate a starzeta e a spalliera. Alcuni appezzamenti risalgono addirittura agli anni Trenta. Aglianico e Coda di Volpe sono i due vitigni coltivati. Le rese sono bassissime: non superano mai i 50 quintali per ettaro. Quella di Michele Perillo è un’agricoltura convenzionale, ma non invasiva.
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Ho la fortuna di vivere e lavorare nel cuore di uno dei vigneti di Chardonnay più prestigiosi al mondo. Ogni vite e l'uva che producono richiedono rispetto. È mio compito quotidiano arricchire questa eredità proprio come i miei genitori e i miei nonni quando hanno iniziato. Mio padre ha piantato la maggior parte delle nostre vigne a Puligny negli anni '50; a Meursault provengono da parte di mia madre (Ropiteau) e sono ancora più vecchi, il primogenito risale al 1932. Il mio Domaine è un'immagine speculare dei vigneti della Borgogna: coltivo 8 ettari di poderi frantumati che comprendono circa 30 parcelle e produco 14 denominazioni; i vitigni sono Chardonnay, Aligoté, Pinot Noir e Gamay.
Le varie “cuvée” vengono vinificate separatamente e possono essere assemblate dopo il processo a seconda dello stile del vino che cerchiamo. Le mie uve sono sempre state raccolte a mano nel rispetto del “terroir”; anche le viti sono vecchie e i filari possono essere molto stretti. Ogni anno le nostre 30 vendemmiatrici impiegano in media 10 giorni per raccogliere l'uva. Nei vigneti e nelle cantine ho 2 dipendenti fissi e personale stagionale aiuta durante la fase di potatura e formazione vera e propria in vigna. Questo è di fondamentale importanza per me: nessun buon vino può essere prodotto senza uve sane. Graziella, mia moglie si occupa della vendita e dell'amministrazione.
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Pian dell'Orino è una cantina toscana di Montalcino, che sorge accanto al “Greppo” della famiglia Biondi Santi.
Un progetto che ha preso vita sul finire del secolo scorso, quando esattamente nel 1996 è stata Caroline Pobitzer a dare il via a tutto, affidando la conduzione aziendale nelle attente mani dell'enologo Jan Hendrik Erbach. -
"Domaine Morey è situato nel fantastico comune di Meursault, alla fine della Côte de Beaune, patria dello Chardonnay, all'interno della Côte d'Or. Il Domaine è gestito magistralmente da Pierre Morey, il quale nel 1991 è passato ad una conduzione totalmente biologica e nel 1997 ha effettuato il passaggio definitivo all'agricoltura biodinamica. Oggi Pierre, aiutato dalla figlia Anne, lavora circa 11 ettari di vigneti di proprietà sui comuni di Monthelie, Pommard, Puligny-Montrachet e Meursault. Dal 1992 i Morey hanno anche una società come ""négociant-éleveur"", denominata Morey-Blanc, attraverso la quale acquistano uve da terze parti, occupandosi della vinificazione, imbottigliamento e commercializzazione.
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Pierre Paillard è il nome di una piccola maison familiare situata nel comune di Bouzy, Grand Cru della Montagne de Reims. Fu fondata nel 1946 dall’omonimo viticoltore ma le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando la famiglia Paillard acquistò i primi vigneti e cominciò a dedicarsi alla viticoltura. Oggi l’ottava generazione della famiglia, rappresentata dai giovani Antoine e Quentin, ha preso le redini della Maison, succedendo al padre Benoit, cugino di Bruno Paillard, ed imprimendo una notevole svolta qualitativa alla produzione.
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L'azienda vinicola Pietracupa nasce nel 1970 in Campania a Montefredane in provincia di Avellino quando il fondatore, Peppino Loffredo, decide di tornare alla campagna acquistando una proprietà sulle colline antistanti.
L'ambizione iniziale era quella di produrre un Fiano di qualità per sé e per gli amici, ma dal 1999, con l'affiancamento nella gestione da parte del figlio, parte il progetto Pietracupa: l'intento era quello di arrivare a misurarsi con il mondo dell'enologia e affermarsi nel panorama campano con decisione.
I vini principali espressione viscerale di clima e territorio, sono il Greco di Tufo, il Fiano e il Taurasi. -
Pieve S. Restituta, fondata da Roberto Bellini nel 1974 venne acquistata nel 1994 dalla famiglia Gaja, già proprietaria della cantina Gaja a Barbaresco e della cantina Ca’ Marcanda a Castagneto Carducci/Bolgheri.
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Dagli anni ’50, Luigi Pira trasforma l’azienda verso un indirizzo vitivinicolo e, nei decenni successivi, vende uva e vino sfuso alle grandi cantine dell’Albese che ricercavano il pregiato prodotto del territorio di Serralunga d’Alba.
Un primo passo che segna un’impronta indelebile scolpita in questa terra che sa regalare al viticoltore vini rossi di grande qualità, tra i quali regna il Barolo. Nei primi anni ’90, con l’entrata di Gianpaolo, figlio di Luigi, l’identità con questo grande vino di Langa prende sempre più corpo, e l’alta qualità è la vera protagonista. Oggi Gianpaolo è stato affiancato nel suo lavoro anche dai fratelli Romolo e Claudio.
Il vino prodotto dalle uve delle vigne storiche di famiglia, viene imbottigliato tutto, i crü del Nebbiolo da Barolo vengono vinificati singolarmente e nascono le etichette corrispondenti: Barolo Vigna Marenca, Barolo Vigna Margheria, Barolo Vignarionda. Senza dimenticare il Barolo Serralunga. -
Il PODERE POGGIO SCALETTE diventa una azienda vitivinicola autonoma nel 1991, quando Vittorio Fiore e sua moglie Adriana Assjè di Marcorà acquistano sulla collina di Ruffoli, nel Comune di Greve in Chianti (Firenze), nel cuore della zona di produzione del Chianti Classico, alcuni appezzamenti di terreno ed un fabbricato rurale provenienti da una divisione ereditaria e cessione di vari beni immobili, fra cui case coloniche, terreni a vigneto, oliveto, pascolo e boschivi, pressoché abbandonati ormai da anni, dopo la morte del vecchio proprietario.
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L’azienda vitivinicola di Sabine e Felix Eichbauer, proprietari del ristorante Tantris a Monaco di Baviera, è situata nel versante sud-est del territorio comunale di Montalcino, a due ore da Firenze. Un luogo dalla bellezza selvaggia, di cui il primo insediamento umano si perde nel buio della storia. Podere Salicutti prende il nome dall’omonimo ruscello che delimita la proprietà a sud. Circa 30 anni fa, Francesco Leanza decise di destinare i terreni che circondavano l’antica dimora a uso agricolo. Allora nessuno ancora sapeva che Salicutti rappresentava la culla di un terroir davvero unico.
Insieme alla cantina, la casa costituisce il cuore di un cosmo chiuso di 11 ettari di terreno, suddivisi in 4,5 ettari di vigneto, un oliveto e un bosco. “La terra esisteva già prima di noi, nutre le nostre viti e continuerà ad esistere, anche dopo di noi”. Il motto di Sabine e Felix Eichbauer esprime un profondo rispetto per la natura e gli animali, nonché la visione sempre critica e razionale dell’influenza dell’uomo e della tecnologia culturale.
Podere Salicutti è la prima azienda vitivinicola di Montalcino a certificazione biologica. Qui le viti, piantate nel 1994, affondano le proprie radici in terreni che non sono mai stati trattati con pesticidi convenzionali. La gestione e la cura dei vigneti avvengono in perfetta armonia con la natura, prestando sempre ascolto ai suoi impulsi e segnali.
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Un gruppo unico, che racchiude in sé il meglio della produzione toscana. Un’avventura che i fratelli Maria Iris e Claudio Tipa hanno realizzato nel tempo, creando un vero e proprio “domaine” che comprende al suo interno tre diverse tenute. La realtà produttiva del Castello ColleMassari nasce nel 1998 nel cuore della zona di produzione del Montecucco, in Maremma.
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L'azienda Pomodolce nasce nel 2005 da una famiglia che coltiva la vite da oltre tre generazioni sulle colline di Tortona, in Piemonte, tra la Val Grue e la Val Curone. Alla base della filosofia di questa appassionata azienda a conduzione famigliare c'è la scelta di privilegiare la qualità alla quantità, da qui la decisione di condurre i vigneti secondo i principi della viticoltura biologica e l'utilizzo dei vigneti autoctoni, in particolare con il recupero del Timorasso, vitigno quasi dimenticato dopo l'invasione della filossera. La vinificazione è svolta in modo semplice e tradizionale per mantenere vive le peculiarità di ogni vitigno e nel rispetto della eccellente qualità della materia prima.
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L’ azienda Praesidium, a conduzione familiare, è stata fondata da Enzo Pasquale e sua moglie Lucia nel 1988. Da sempre l’obiettivo è quello di produrre, attraverso vinificazione in purezza, un Montepulciano d’Abruzzo che sia espressione del suo luogo d’origine. Enzo, nato a Prezza e profondamente legato alla sua terra, produce vino da quando era ragazzo, coltivando con passione i vigneti che appartenevano ai suoi nonni. La consapevolezza dell’alta qualità delle uve e della bontà del vino prodotto portano Enzo e sua moglie Lucia a maturare l’idea di fondare la cantina Praesidium. Oggi ad Enzo e Lucia si affiancano i loro figli, Antonia ed Ottaviano.
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Essere vignaioli nelle Langhe del Piemonte significa avere un rapporto inscindibile e indissolubile con la terra, con le viti e con il vino. E un legame inscindibile è, per l’appunto, quello che si è instaurato tra Ferdinando Principiano e la sua azienda vitivinicola di Monforte d’Alba che, composta da oltre quindici ettari vitati, è gestita con la più profonda passione e con il più incondizionato amore. Prima di Ferdinando, sono stati rispettivamente suo nonno e suo padre a condurre l’azienda, le cui uve erano un tempo quasi totalmente destinate alla vendita.
Solo con Ferdinando, per la precisione a partire dal 1993, hanno iniziato a essere prodotti e imbottigliati i primi vini, che in men che non si dica sono riusciti a conquistare il mercato nazionale e internazionale. -
Era già noto a fine ‘800 che il nebbiolo, nella zona di Barbaresco, avesse caratteristiche molto diverse dalle altre zone del Piemonte. Per questo l’allora preside della scuola regia di enologia di Alba, Domizio Cavazza, residente appunto a Barbaresco, decise di riunire alcuni viticoltori e produttori per fondare una cantina sociale che potesse produrre un vino differente, visto e considerato che le uve nebbiolo di quella zona iniziavano a confluire in quella che sarebbe poi divenuta la denominazione del Barolo.
Da allora a oggi la “Produttori del Barbaresco” ha vissuto anni di pieno successo, conta attualmente oltre cinquanta membri soci conferitori, e dispone di circa cento ettari di vigneti, esclusivamente impiantati a nebbiolo e pari a circa 1/6 dell'intera zona di origine. Grazie alla costante dedizione di tutti i viticoltori appartenenti alla cooperativa, la “Produttori del Barbaresco” non solo viene da tempo considerata tra le cantine più prestigiose del territorio delle Langhe piemontesi, ma è addirittura spesso presa ad esempio come una delle migliori cooperative di tutto il mondo. -
Proprietà Sperino si trova a Lessona, nel nord Piemonte, ai piedi del Monte Rosa, che da sempre ripara il territorio e i suoi vigneti. In queste zone di grandi Nebbioli, Lessona si distingue per i suoi terreni di sabbie marine plioceniche con pH acido e grande ricchezza di sostanze minerali. Al centro della filosofia di questa cantina, guidata da Paolo e Luca De Marchi, padre e figlio, c'è il desiderio di ottenere la migliore qualità nel rispetto della tradizione e del territorio, con la giusta dose di innovazione ma senza tradire le origini.
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Il Chianti Classico Querciabella è stato il fulcro delle operazioni di vinificazione di Querciabella fin dal suo esordio. Costantemente ai massimi livelli di gradimento della critica, è una vera delizia per gli appassionati di vino e di cibo di tutto il mondo.
Un bellissimo equilibrio di acidità croccante e invitante, di puro sapore di frutta varietale e di carattere, Querciabella Chianti Classico rappresenta l'apice del Sangiovese d'alta quota, perfettamente esposto. La sua complessità e consistenza derivano dall'approvvigionamento delle uve da siti di eccellenza in tre delle migliori sottozone della denominazione, ora note anche come UGA.
Ogni vigneto viene curato lotto per lotto per rispettare l'essenza di ciascun sito. La stessa attenzione e precisione in cantina consentono una vinificazione naturale con interventi minimi, che preservano la purezza del frutto. Dopo circa 14 mesi di permanenza in botti di rovere a grana fine e regolari travasi, solo i migliori lotti arrivano all'assemblaggio finale. Una volta imbottigliato, il vino riposa pazientemente per qualche altro mese prima di essere messo in commercio.
Questa paziente maturazione aggiunge uno strato di morbidezza ed esalta le note fruttate varietali tipiche del Sangiovese di qualità. Il Querciabella Chianti Classico è, infatti, un perfetto abbinamento con il cibo, la cui croccantezza e rotondità lo rendono perfettamente adatto a un'ampia varietà di sapori e cucine.
Nella produzione di questo vino non vengono utilizzati prodotti o sottoprodotti di origine animale, il che lo rende adatto a vegani e vegetariani.
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Il nome di Giuseppe Quintarelli è da anni un faro guida indiscusso nel palcoscenico della Valpolicella, rappresentando come solo egli è capace la più profonda e vera quintessenza di un territorio che ormai viene giustamente riconosciuto come tra i più prestigiosi della vitivinicoltura italiana, in grado di regalare vini semplicemente straordinari, come altri non se ne incontrano. Nella vallata di Negrar, in Veneto, in provincia di Verona, sono dodici gli ettari vitati complessivi, in cui si incontrano le più importanti varietà autoctone del posto, quali corvina, corvinone, rondinella e molinara, che ogni stagione danno vita a una media di circa 50mila bottiglie annue.
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Il grande vino è una fusione perfetta tra scienza e poesia, tra il misurabile e l’imponderabile. È essenzialmente bello. È un’opera d’arte. Una sorta di trasfigurazione della materia prima. Esso nasce dal mosto come una statua nasce dalla pietra e chi realizza un grande vino, è colui che scava nella pietra, avendo già in mente il risultato finale. Ovviamente per fare questo deve possedere solide basi scientifiche. Deve avere il controllo dell'intero ciclo, attraverso il possesso di cognizioni più varie, dalla conoscenza del suolo, alla fisiologia dell'uva, dai processi biochimici alla base della trasformazione dell'uva in vino ai meccanismi della percezione sensoriale. Questi concetti costituiscono l’essenza del mio modo di vivere il vino.
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Mi chiamo Francesco Mariani, sono cuoco e vignaiolo a Montefalco, in Umbria. Produco vini da agricoltura biodinamica insieme all’amico e collaboratore Andrea Mattioli. “Raína” era il soprannome del contadino che prima di noi coltivava queste terre. Con tale nome ho voluto mantenere vivo il legame con il passato. La nostra cantina nasce nel 2002. I vigneti, 10 ettari impiantati tra il 2002 e il 2008, sono posti ad una quota compresa tra 220 e 300 metri sul livello del mare. Il suolo che li compone è di medio impasto, ricco di scheletro. L’esposizione è principalmente a sud-est. Il sistema di allevamento è il cordone speronato per le uve a bacca rossa e il guyot per quelle a bacca bianca. La densità di impianto è di circa 5700 ceppi per ettaro. Nelle nostre vigne coltiviamo Sagrantino, Sangiovese, Montepulciano, Merlot, Syrah, Grechetto e Trebbiano Spoletino.
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La Cantina Roagna si trova a Barbaresco, nel cuore delle Langhe e produce vini che sono espressione pura e autentica del territorio.
Per raggiungere questo obiettivo, ha scelto di lavorare con viti vecchie, con apparati radicali molto profondi e capaci di donare uve di grande concentrazione aromatica. I terreni sono di origine sedimentaria marina, con stratificazioni di argille calcaree alternate a marne grigio-bluastre e sabbie. L’autenticità di ogni singola e diversa espressione, deriva da minime differenze del sottosuolo. Le vigne non vengono fertilizzate, non vengono utilizzati erbicidi o pesticidi e il suolo è completamente inerbito, così che viene stimolata la biodiversità e gli apparati radicali sono spinti ad andare in profondità. I ceppi presenti nei vigneti derivano da legni di madri-viti della zona, così da mantenere una popolazione di piante eterogenea. -
Il Domaine Robert Groffier coltiva vigne in Borgogna dal XIX secolo e oggi gestisce una piccola tenuta di carattere familiare con sede a Morey-Saint-Denis. Questo famoso borgo della Côte de Nuits si trova tra Gevrey-Chambertin e Chambolle-Musigny ed è da sempre culla della viticoltura, grazie alla paziente opera svolta nei secoli passati dai monaci delle Abbazie di Cîteaux e Tart. Il suo prestigio e la sua fama derivano dalla presenza nel suo territorio comunale di 20 Climat classificati come Premier Cru e 5 Grand Cru. Oggi il timone del Domaine è nelle mani di Nicolas e Julie Groffier che rappresentano la quarta generazione e gestiscono la proprietà nel segno della tradizione.
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È nel 1986 che nasce a La Morra, piccola frazione nel cuore delle Langhe, una delle cantine tra le più importanti dell'intera denominazione, quella di Roberto Voerzio. Due ettari che nel corso degli anni si sono ampliati grazie all'acquisto di alcuni vigneti di grande prestigio, da Fossati a Sarmassa e Case Nere, da Cerequio ai mitici Brunate, La Serra e Rocche dell'Annunziata. Una produzione di assoluta eccellenza che, come amano rimarcare in cantina, nasce grazie ad una cura maniacale della vigna, caratterizzata da rese tra le più basse del Barolo. È difficile però riuscire a racchiudere in poche righe l'impatto che il lavoro di Roberto Voerzio ha avuto sul territorio in questi tre decenni. Un percorso fatto di coraggio e di scelte spesso controcorrente dettate dalla volontà, sempre e comunque, di produrre vini capaci di rappresentarlo. Non è quindi un caso se oggi i suoi sono universalmente riconosciuti come alcuni dei più grandi Barolo esistenti. Vini di culto che non dovrebbero mancare dalla cantina di ogni vero appassionato.
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Eric e Isabelle sono l’ottava generazione della famiglia Coulon, vigneron a Vrigny e dei villaggi circostanti della Montagne di Reims. Dal 1806 questa famiglia ha progressivamente aumentato la proprietà vitata, ad oggi contano circa 10 ettari quasi tutti classificati Premier Cru. I vigneti sono piantati al 40% Meunier, 30% Pinot Noir e 30% Chardonnay con un età media delle viti di circa 40 anni d’età, una rarità in Champagne, dove queste vecchie vigne danno un produzione ottimale ma piuttosto limitata. Inoltre, in vigna, viene praticata una viticoltura sostenibile dove non vengono utilizzati erbicidi per preservare al meglio il proprio Terroir.
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Dalle Montagne de Reims, in Champagne, nascono Premier Cru di grande livello ed eleganza: sono gli spumanti di Eric e Isabelle Coulon. "Il nostro lavoro è una ricerca incessante, un continuo adoperarci per differenziare l'uno dall'altro quei quasi cento piccoli appezzamenti che compongono la nostra proprietà di famiglia".
In continuo rispetto del suolo e dell'ambiente, per ricercare la migliore espressione di terroir nelle loro cuvèe, specchio della loro personalità e del prestigio della cantina. -
Bessin dispone di un terreno insolitamente grande nella splendida posizione del Grand Cru. Prevalgono il calcare, l'argilla e naturalmente il tanto citato calcare a conchiglia.Qui si può parlare di VIGNETO, dopotutto la salita è ripida al 35%, motivo per cui gran parte del lavoro deve essere fatto a mano.
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Dal Valpolicella Superiore all’Amarone della Valpolicella, dal Vigna Seré fino ad arrivare al Monte Lodoletta, sono tutti vini, quelli targati “Romano Dal Forno”, che da tempo ormai tengono alta la bandiera del miglior “made in Italy” se si parla di vino. Etichette da favola.
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La mia è una famiglia contadina che da sempre lavora la terra.
Ci piace indicare l’anno 1988 come data di nascita di Ronco del Gelso: quell’anno imbottigliammo per la prima volta e iniziò per la nostra azienda un lento cambiamento che la trasformò da zootecnica a vitivinicola.
Da quelle prime 3.000 bottiglie che per la prima volta portavano in etichetta il nome di Ronco del Gelso, siamo arrivati alle attuali 150.000 bottiglie annue.
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L’etichetta RB nasce nel 1998 per volontà di Rosa Bosco, realizzatrice di vini, una piccola leggenda nel mondo dell’enologia friulana.
Per diversi anni, Rosetta, ha comprato le uve dai vignaioli che le permettevano di governare il vigneto secondo le proprie esigenze e ha vinificato i suoi vini portando avanti un solo obbiettivo: qualità senza compromessi.
Nel Luglio 2006 ha trasferito la sede aziendale nella cantina dei conti de Puppi a Moimacco, a quattro passi dalla bellissima cittadina di Cividale del Friuli.
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Salon è uno champagne unico. Definito dalla sua singolarità fin dall'inizio, questo vino eccezionale è lo champagne di un unico terroir: la Côte des Blancs; di un unico cru: Le Mesnil-sur-Oger; un unico vitigno: Chardonnay; di un solo anno: quello di una grande annata; e di un solo uomo: Eugène-Aimé Salon.
La prima annata di Champagne Salon è stata il 1905. È la creazione di Eugène-Aimé Salon, un personaggio unico con un'ambizione incrollabile. Innamorato dello champagne e affascinato dal terroir di Le Mesnil, Eugène-Aimé Salon creò uno champagne secondo il suo cuore: un Blanc de Blancs impareggiabile. Inizialmente lo creò solo per il suo piacere personale: solo negli anni Venti avrebbe condiviso la sua creazione con il resto del mondo.
Lo Champagne Salon proviene da un appezzamento di un solo ettaro chiamato "il giardino di Salon" e da altri diciannove piccoli appezzamenti a Le Mesnil-sur-Oger selezionati da Eugène-Aimé Salon all'inizio del XX secolo. I vini vengono invecchiati nelle nostre cantine per una media di dieci anni, dopo i quali iniziano finalmente a rivelare la loro complessità e finezza.
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Dal 1983 l’azienda Salvatore Molettieri ne ha fatta di strada. Non solo in Irpinia e in Campania, ma in Europa e nel Mondo. Il nome dell’azienda, che si identifica con quello del suo fondatore, è oggi sinonimo di vino Aglianico e Taurasi di altissima qualità, in grado di sostenere le sfide più difficili con i maggiori vini sul mercato internazionale.
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La nostra storia
La storia della nostra cantina inizia nel 1890 quando i nostri avi, scelsero di mettere a dimora qui, sulle colline teramane, le prime barbatelle. La scelta fu fatta con lungimiranza e saggezza poiché la poca distanza dal Gran Sasso d’Italia (20 km) e la vicinanza al mare (20 km dalle rive dell’adriatico) garantiscono le condizioni climatiche ideali per temperatura e ventilazione.
Oggi, la cantina San Lorenzo e’ la più grande azienda vinicola familiare del teramano con i suoi 150 ettari che formano un unico grande appezzamento che si estende su tre crinali di collina. Nell’ampia tenuta antichi casolari ristrutturati con cura e collegati tra loro da stradine di campagna bordate di ritti cipressi, vengono destinati all’accoglienza degli ospiti e ai momenti di convivialita’.
Sono queste le radici del nostro successo, testimoniato anche dalla rete di negozi a marchio San Lorenzo dove oltre ai nostri vini e’ possibile trovare alcune delle migliori eccellenze del nostro straordinario territorio.
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Per Renzo, nonno di Bramante, il senso della propria esistenza era la terra. Terra che donò al nipote seguendo il silenzioso desiderio espresso in una notte stellata, che ancora oggi si tramanda di padre in figlio. Bramante decise di dedicare il podere al nonno donandogli il nome di Sanlorenzo. Oggi sono tre generazioni che si aiutano nei lavori di vigna e cantina, con un occhio sempre rivolto alla tradizione, ed uno sguardo fresco verso ricerca e sperimentazione. Il terreno magro ed arido, di galestro ricco di pietre, si trova a circa 500m di altitudine sul versante sud-ovest di Montalcino. Il microclima dalle precipitazioni concentrate in primavera e tardo autunno incorniciano la crescita del sangiovese trasmettendo sentori unici al vino. In biologico dal 2012 i 4 vigneti del podere hanno una età tra i 10 ed i 40 anni e crescono sui loro 4,7 ettari accarezzati dalle brezze di tramontana. A volte così intense che le piante sembrano raccontare la loro storia. In vigna c'è sempre da fare, tra le tecniche di potatura verde, la selezione dei grappoli in agosto, l'eliminazione delle foglie più vicine ai grappoli a settembre e la vendemmia ad ottobre. Poi si passa alla cantina, dove le attenzioni non calano ed i tempi si allungano. La vinificazione avviene in acciaio con una macerazione di 20-25 giorni con periodici rimontaggi e delestage. Dopo una decanzatione in vasca che elimina i residui solidi si decide la destinazione delle masse, Rosso di Montalcino o Brunello di Montalcino.
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La cantina Siro Pacenti è nata nel 1970, anno in cui sono stati impiantati i primi vigneti, tutt’oggi in produzione. Attualmente appartenente e gestita da Giancarlo Pacenti, l’azienda è situata nell’areale nord di Montalcino, e al momento dispone di circa 22 ettari vitati, i quali ospitano esclusivamente uve di sangiovese, varietà che a Montalcino incontra la sua massima espressione in purezza. Sfruttando le migliori e più avanzate tecnologie in ambito enologico, l’impresa vinicola Siro Pacenti può contare su una moderna cantina, dove però tradizione e conoscenze acquisite non vengono messe mai in secondo piano. Ecco così nascere vini eleganti, profumati e di spiccata personalità. Etichette, quelle che portano il nome di Siro Pacenti, figlie di una perfetta unione tra natura e sapere umano; vini frutto di dedizione, esperienza e amore per la propria terra e per il proprio lavoro.
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Da sette generazioni la famiglia Speri coltiva uva e produce vino in Valpolicella. Autorevole e fedele interprete di un terroir che difficilmente tradisce, l’azienda è ormai un indiscusso punto di riferimento per tutto il mondo dell’enologia italiana.
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L’azienda San Giuseppe, il cui nome è un toponimo che risale ai primi del ‘900, diviene un’unità poderale autonoma a partire dal 1992, anno in cui Stella Viola Di Campalto ne assume la proprietà, sancendone la definitiva indipendenza dall’azienda agricola La Velona, a cui era precedentemente inglobata. Stella, senza alcuna conoscenza del vino e con un passato da astemia, dedica le sue prime energie all’olivicoltura, maturando la decisione di piantumare i primi quattro ettari di vigna nel 1998. Da questo momento comincia una progressiva presa di coscienza verso tutto quello che ruota attorno al mondo della viticoltura, con un approccio sempre più esigente e meticoloso.
Nel 2001 nasce il suo primo vino, un Rosso di Montalcino, mentre nel 2002 l’azienda, certificata biologia dal 1996, viene convertita in biodinamica. Nello stesso anno Stella amplia il proprio patrimonio viticolo arrivando agli attuali 6,7 ettari vitati.
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QUELLA DI SUAVIA È UNA STORIA FATTA DI UN CASTELLO, NESSUN RANOCCHIO, POCHI PRINCIPI E MOLTE PRINCIPESSE.
Il castello è quello di Soave: eredità del medioevo, quando il paese ancora veniva chiamato con l’antico nome di Suavia; le figlie di Giovanni Tessari e Rosetta Buratto invece, sono le principali protagoniste femminili di questa storia dall’inizio del ventunesimo secolo.
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La Tenuta Buon Tempo si trova nell’estremo Sud del territorio di Montalcino, collocata all’interno di un paesaggio mozzafiato. L’azienda è infatti ‘abbracciata’ dalla catena montuosa dell’Anti Appennino toscano, dove tra tutti svetta il Monte Amiata, il fiume Orcia, confine Sud dell’appellazione del Brunello, ed ha alle spalle la collina di Montalcino.
Questo luogo di benessere e grande pace ha ispirato gli attuali proprietari nella scelta del nome: non poteva che chiamarsi Tenuta Buon Tempo.
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La Tenuta delle Terre Nere è il frutto di oltre quarant’anni di passione e professione nel mondo dei grandi vini.
Un luogo straordinario – in quest’isola dentro l’isola che è l’Etna – ho scelto (e che, alcune volte, penso sia stata lei a scegliere me !). Dove la natura è prodiga ma severa. E dove cerco con tutte le mie virtù di esprimere in purezza nei nostri vini il raffinatissimo e poliedrico microcosmo Etneo. Il tutto con rispetto e cura meticolosa, spesso pesantemente manuale, in equilibrio biologico da sempre. La filosofia aziendale è molto semplice. Dato il clima estremo, per ottenere una maturazione ideale diventa fondamentale una cura meticolosa in vigna. Ed è appunto questo, una concentrazione elevatissima nella lavorazione dei vigneti, che contraddistingue la nostra tenuta e che ci consente, poi, avendo una materia prima di assoluta eccellenza, una lavorazione minima in cantina, volta soprattutto a far si che si esprimano al meglio in ogni vino le caratteristiche del vitigno e del suo specifico microclima. E poi una grande squadra, unica, una mano delicata unita ad una sensibilità particolare ai dettagli ed alle sfumature. Ed i nostri ideali, che ci obbligano sempre a dare il meglio di noi stessi, alla ricerca non di ciò che è perfetto, ma del legame ideale tra quello che la natura ci dona e quello che la nostra esperienza, sensibilità e immaginazione ci suggerisce.
Questo ci distingue. -
Una realtà davvero giovane, che prende vita nel 2012 per opera dell’imprenditore austriaco Karl Egger, il quale dopo aver visto questa magnifica zona se ne è innamorato e ha deciso di fondare qui le sue radici.
Siamo tra Siena e Firenze, nel cuore del Chianti, più precisamente a Radda, luogo in cui si trovano i 100 ettari della Tenuta, immersi nella natura.
I principi su cui si basa la Cantina sono quelli del biologico e biodinamico, fondamentali specialmente per una realtà nata da così poco tempo.
Nella grande proprietà si trovano circa 20 ettari di vigneti, da cui nascono uve che danno vita a vini di grande qualità.
Uno, Chianti Classico e Guercio sono solo alcune delle bottiglie che vengono prodotte in questo angolo di paradiso toscano, tutte con una grande personalità da mostrare.
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Tra le cantine che in epoca più recente hanno contribuito a valorizzare l’immagine dei Supertuscan nel mondo non si può non citare Tenuta di Trinoro, un nome iconico e prestigioso, sinonimo di eleganza e qualità. Spinto dal suo spirito lungimirante e visionario, dopo aver acquisito la proprietà negli anni ’80, l’enologo Andrea Franchetti fondò Tenuta di Trinoro nel 1995 a Sarteano, nella Val d’Orcia, territorio della Toscana sud-orientale fino a quel momento quasi del tutto estraneo alla viticoltura. Prima di avviare il proprio progetto enoico, Andrea ebbe modo di formarsi presso Bordeaux e, notando terreni argillosi, calcarei e ghiaiosi simili a quelli della zona di St. Emilion, il produttore intuì la vocazione della Val d’Orcia verso le varietà bordolesi. Attraverso dedizione, ricerca e sperimentazione, Andrea Franchetti diede così vita a un vero e proprio gioiello enologico toscano. Dopo la sua improvvisa scomparsa alla fine del 2021, la cantina è passata nelle mani del figlio Mario Alberto Benjamin, che alimenta l’importante eredità viticola del padre.
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Tenuta di Valgiano sorge sulle colline lucchesi a pochi passi dal mare ma al tempo stesso immersa negli appennini dell'alta Toscana. E' proprio qui che le uve ricevono le brezze marine e le ripide escursioni termiche notturne.
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Siamo ovviamente in Toscana, e la cantina Fontodi è dal 1968 di proprietà della famiglia Manetti, storicamente attiva nella produzione delle rinomate terrecotte, e oggi anche impegnata nella produzione di vini di alta qualità.
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Fondata nel 1999 e venduta nel 2016, Tenuta Argentiera ha rappresentato (se vogliamo) la rampa di lancio dei fratelli Corrado e Marcello Fratini nel mondo vitivinicolo. Dopo aver venduto, per l’appunto Tenuta Argentiera, all’imprenditore austriaco Stanislaus Turnauner, i due fratelli si sono rimessi subito in pista con un nuovo progetto, che risponde oggi al nome di “Tenuta Hortense”. 1100 ettari complessivi, dei quali dieci impiantati a vigneto: il panorama è sempre quello di Bolgheri, per cui ci troviamo per l’esattezza a Castagneto Carducci, nel comune di Donoratico, dove tra i filari di Tenuta Hortense sono annoverate le varietà vitate tipiche del bordolese, quali cabernet franc, cabernet sauvignon e merlot. Tra tutta la superficie a disposizione, la scelta dei dieci ettari vitati non è stata per nulla casuale, bensì ponderata grazie anche all’aiuto di esperti consulenti del calibro di Eric Boissenot, collaboratore di importanti chateaux di Bordeaux, quali Lafite-Rothschild, Margaux e Mouton-Rothschild, ed Emiliano Falsini, consulente di importanti realtà italiane appartenenti ai territori del Barolo e dell’Etna.
Tra i filari tutto è stato impostato con la massima attenzione, per cui nel massimo rispetto di ambiente, natura, ecosistema e biodiversità, le singole parcelle possono godere di impianti di irrigazione all’avanguardia, e ogni singola pianta viene curata con estrema meticolosità.
Dopo la vendemmia, eseguita esclusivamente a mano, le uve arrivano in cantina per essere vinificate e lasciate fermentare esclusivamente a opera dei soli lieviti indigeni. In seguito, l’invecchiamento viene svolto in tonneau di rovere. Prendono vita in questa maniera bottiglie capaci di toccare i più altri standard qualitativi: vini che raccontano tutta quella che è la straordinaria eccellenza del territorio bolgherese. -
Splendida realtà vitivinicola di Montalcino, quella de Le Potazzine è una cantina di primissimo piano nel panorama delle migliori aziende del territorio ilcinese.
Un’impresa il cui nome deriva dal termine usato per indicare le cinciallegre, piccoli uccellini delle campagne toscane, e al tempo stesso appellativo affettuoso con cui nonni e genitori si rivolgono alle loro bambine. Era la nonna materna, infatti, a chiamare così Viola e Sofia, le figlie di Gigliola Giannetti , proprietaria dell'azienda e ilcinese dalla nascita.
Oggi, a trent’anni di distanza, i vini de Le Potazzine comunicano un raro senso di autenticità, rossi eleganti e precisi che derivano da circa cinque ettari di vigneto, e soprattutto nascono da pratiche di cantina che prevedono il minimo intervento artificiale possibile. -
Il “Masseto” nasce da un vigneto singolo: solo sei ettari, in cui la passione e la dedizione si uniscono con il talento e con l’abilità, per dar vita all’eccellenza più alta, frutto dell’ossessione per ogni più piccolo dettaglio, e figlia di un terroir così vocato alla coltivazione della vite. Poi la Tenuta dell’Ornellaia, la nave ammiraglia di quello che è il taglio bordolese per eccellenza, regina indiscussa del territorio di Bolgheri e dei grandi vini rossi italiani. Due brand, oggi famosi in tutto il mondo: due “must” assoluti, concepiti su strade parallele ma attualmente ben distinte, che da anni ormai viaggiano indipendentemente, verso un futuro che si prospetta più che roseo. Un futuro roseo, ma allo stesso tempo un passato che per circa due decenni ha viaggiato indissolubilmente sullo stesso binario.
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Si trova a Tramonti la principale zona di produzione in Costa d'Amalfi. Produce uve falanghina, pepella, biancolella e ginestra destinate alla produzione di vini bianchi. L'azienda vanta vigneti secolari prefillossera di tintore, aglianico e piedirosso per la produzione di rossi e rosato.
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Il nome della Tenuta San Guido è inestricabilmente legato alle origini di un celebre vino – considerato uno dei migliori vini al mondo – il Sassicaia. Dal 1968 – anno in cui è stata commercializzata la prima annata – il Sassicaia ha raggiunto a livello mondiale una fama inaspettata, crescente di anno in anno. Ma in questa tenuta da favola sono numerosi i successi ottenuti in campo enologico: la Tenuta San Guido, il cui nome deriva da San Guido della Gherardesca vissuto nel XIII secolo, è una storica cantina della zona di Bolgheri, situata lungo la costa Etrusca che va da Livorno a Grosseto, nella Maremma toscana
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Non si vive di solo vino, questo potrebbe essere il motto di Antonio Moretti, imprenditore che sa bene come nella storia e nella cultura italiana ci sia ben più di un frutto da cogliere. Le sue attività spaziano infatti dalla moda al vino, settori il cui fil rouge è rappresentato da quell’amore per il buon gusto e per l’eleganza che da sempre lo contraddistinguono. Tutto ha inizio in Toscana, nell’aretino, nei terreni della tenuta di famiglia: è qui che nascono i vini di Sette Ponti, rossi che negli anni si sono imposti tra i migliori del mondo.
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Siamo a Mango, nelle langhe albesi, nella zona di produzione dei grandi vini Asti, Moscato d'Asti, Barolo, Barbaresco e Alta Langa sui confini con l’astigiano, qua spiccano per fama e qualità dovuta al terroir 5 delle 16 grandi d.o.c.g. piemontesi.
Non lontano dal centro storico, caratterizzato dall’elegante castello Barocco, fra borgate e vigneti, in località Terrabianca si trova l’omonima azienda vinicola.
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L'azienda vitivicola Terredora è sita nello scrigno paesaggistico di Serra di Montefusco, in provincia di Avellino, fra le cinque campane l’area più montuosa e collinare della regione. Posta a cavallo del crinale che separa la Valle del Sabato dalla Valle del Calore, ha un’architettura che ricerca costantemente la funzionalità del lavoro, anche se non mancano momenti in cui questi stessi spazi ospitano eventi, in quel sottile file rouge per cui il vino è socialità.
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Jean Paul Labaille continua il lavoro di suo suocero Claude Thomas, uno dei grandi interpreti del Sancerre con Cotat e Vatan. Jean Paul è un autodidatta, non nasce viticoltore, ma con umiltà ha imparato presto, recentemente ha rinnovato la cantina, è vero che i nuovi locali non hanno il fascino e la poesia di quelli vecchi, ma ordine e pulizia hanno influito molto sul prodotto finale.
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"Al 1984 risale la produzione della prima bottiglia di Fiano di Avellino etichettata Vadiaperti, azienda vitivinicola di Montefredane. Gestita attualmente da Raffaele Troisi, la cantina può contare su sei ettari vitati e persegue da sempre la valorizzazione dei vitigni locali. Avendo impostato il lavoro tra i filari in modo tale che sia necessario il minimo intervento umano, nel cuore dell’Irpinia, tra i 400 e i 600 metri di altitudine, lungo la valle del fiume Sabato, sono allevate viti di fiano, greco, coda di volpe e aglianico. Passando in cantina, lo scopo principe si ricollega alla filosofia perseguita nel vigneto: far parlare il territorio e le tradizioni, racchiudere in bottiglia l’aria di Campania.
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L’Italia è una nazione che può vantare un’incredibile tradizione vitivinicola, che in alcuni casi si perde nella notte dei tempi. Non fa eccezione l’Abruzzo, piccola regione dell’Italia centrale, i cui vini erano già rinomati e conosciuti in epoca romana. Un terroir dunque fortemente vocato, che esprime realtà davvero degne di nota, proprio come l’azienda agricola Valentini. Situata a Loreto Aprutino in provincia di Pescara, uno dei 300 borghi più belli d’Italia, è di proprietà dell’omonima famiglia nobile di origine spagnola, che in queste zone produceva sin dal diciassettesimo secolo; di generazione in generazione, la proprietà della cantina è oggi nelle mani di Francesco Paolo Valentini, un personaggio di grande spessore, vero e proprio artigiano del vino, che ama far parlare le proprie creazioni direttamente nel bicchiere.
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Valle Reale è un angolo di paradiso circondato dalle montagne tra le province di Pescara e L’Aquila, situato nel mezzo di tre riserva naturali: il Parco Nazionale del Gran Sasso, il Parco Nazionale della Majella e il Parco Regionale del Sirente-Velino. In questo contesto naturale incontaminato Leonardo Pizzolo, proprietario di circa 46 ettari tra i 350 e i 400 metri di altitudine, coltiva i suoi vigneti seguendo i principi dell’agricoltura biodinamica e produce vini di grande personalità che siano la più naturale espressione del territorio.
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La famiglia Vauversin coltiva vigneti nella zona di Oger, nel cuore della Côte des Blancs, Si tratta di una realtà storica del territorio, presente nelle terre della Champagne dalla metà del ‘600 e che dopo ben quindici generazioni continua a contribuire al successo della regione. Per molti secoli, la tenuta Vauversin si è limitata a coltivare la vigna, vendendo poi le uve ad altri produttori locali. Solo nei primi decenni del ‘900, Fernand Vauversin, consapevole del valore delle sue uve, sempre molto richieste sul mercato, ha cominciato a vinificare e a commercializzare in proprio lo Champagne. Oggi la tenuta è gestita da Laurent, che dopo aver terminato gli studi in viticoltura ed enologia e aver fatto esperienza in Australia, ha preso in mano le redini della proprietà di famiglia con grande passione e competenza.
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La cantina Vignai da Duline nasce nel 1997, quando Lorenzo Mocchiuti e Federica Magrini ereditano le vecchie vigne dei parenti, in particolare il meraviglioso vigneto Duline appartenente al nonno Mario. Ci troviamo nel cuore dei Colli Orientali, nella località di Villanova a San Giovanni al Natistone. Una zona magica, immersa nella natura selvaggia Friulana. L’obbiettivo è quello di continuare la tradizione familiare seguendo la filosofia che da sempre li ha guidati: rispetto della terra e salvaguardia dell’ambiente.
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Il Tortonese, situato nel Piemonte sud-orientale, in passato era ricordato soprattutto per i vini provenienti da vitigni a bacca rossa, ma grazie in particolare alla genialità visionaria di Walter Massa, questa zona si è riscoperta essere anche terra da bianchi. Il connubio tra questo produttore e il vitigno del timorasso, poi, da anni viene oramai immediato: a Walter Massa si deve infatti la rinascita di questa antica varietà autoctona, che è stata interpretata seguendo una nuova filosofia produttiva, al punto che allo stesso Walter Massa viene generalmente riconosciuto il nome di “Padre del Timorasso”. Grazie ai suoi insegnamenti, l’intera denominazione ne ha tratto beneficio, assistendo anche alla nascita di nuove realtà produttive, che sulla scia del maestro regalano oggi lustro e prestigio all’intera area dei Colli Tortonesi.
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LA TENUTA PONGELLI
La nostra famiglia si occupa di agricoltura dal 1700 ed è originaria di Montecarotto, uno dei Castelli di Jesi, nella regione Marche.
L' Azienda Agricola ha una superficie di circa 350 ettari e una produzione diversificata: grano duro e tenero, mais, bietole da zucchero, piselli, colture da seme, girasoli.I Vigneti di Verdicchio del Castelli di Jesi DOC coprono circa 25 ettari in zona DOC Classica. Più 6 ettari di uve rosse Montepulciano e Sangiovese che rientrano nella DOC del Rosso Piceno.
Produciamo circa 700/800 quintali di Verdicchio all’anno e 300 quintali di Rosso, solo con uve provenienti dai nostri vigneti. Produciamo anche circa 20/25 quintali di olio d’oliva extravergine, solo da olivi di nostra proprietà. -
Il nome di Villa Diamante è strettamente legato a quello di Antoine Gaita, figura centrale nella valorizzazione del vino bianco irpino, biochimico esperto e sperimentatore, recentemente scomparso. Antoine, da fine conoscitore dei processi di vinificazione, fondò l'azienda nel 1996 assieme alla moglie Diamante Renna sulla collina di Montefredane, nella provincia di Avellino: un paesaggio pieno di fascino, caratterizzato da forti pendenze e da panorami incantevoli.
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Immerso nel cuore della Cotes de Beaune e precisamente nel village di Meursault, il Domaine Vincent Girardin interpreta attivamente dal 1980 il variegato e sfaccettato terroir di Borgogna, forse la regione vinicola più celebre al mondo. Figlio di vignaioli di Santenay, decide di avviare la propria attività partendo dalla coltivazione di un paio di ettari lasciati in eredità dai genitori, vedendo in breve tempo affermare dai conoscitori di Borgogna l’elegante qualità delle sue etichette. Vista la grande richiesta di bottiglie che il mercato reclamava, Vincent inaugurò una metodologia di produzione che comprendeva l’acquisto delle uve dagli altri produttori della Cote d’Or che condividevano con lui la stessa filosofia agricola, rispettosa dell’ambiente e della vigna, vocata soprattutto alla qualità organolettica ed alla territorialità, qui in Borgogna altamente sfaccettata.
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Nel 1996, Yann ha 26 anni, un master in consulenza e gestione, nessun obbligo di leva militare, e decide di occuparsi della parte vitivinicola della tenuta, e qui inizia a ristrutturare il vigneto e a lavorare la terra. Dopo un'intossicazione dovuta a un insetticida utilizzato per i trattamenti, si ingegna per trovare un'alternativa e all'inizio degli anni 2000 si converte all'agricoltura biologica; nel 2007, l'azienda ottiene la certificazione. Situata nel cuore della DOC Crozes-Hermitage, oggi la proprietà è composta da 20 ettari di vigneto, di cui 1,20 sulla mitica collina de l'Hermitage.
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Quella di Zenato è la storia di una famiglia che affonda le radici nella terra. Questo grazie alla passione e alla visione imprenditoriale del suo fondatore Sergio che lo hanno guidato nella realizzazione del suo sogno più grande: creare un’azienda vinicola capace di cogliere i frutti della terra e trasformarli in emozioni dal sapore unico.
Oggi, a oltre 60 anni di distanza, sono i risultati a raccontare lo straordinario valore di quella visione da cui ha avuto origine una grande storia che ha come protagonista la famiglia di Sergio Zenato: la moglie Carla e i figli Alberto e Nadia.
Sono i loro occhi, il loro cuore a proseguire il percorso tracciato da Sergio con coerenza, mantenendo ferma la barra del timone sulla qualità e sull’amore per il proprio territorio che da tempo non è più solo Lugana ma anche Valpolicella, con i suoi rossi importanti e dai profumi inconfondibili.